STEFANO BENZONI
Cronaca

Addio all’imprenditore. Luciano Vespignani, fra professionalità e impegno sociale

È morto lunedì sera a 80 anni il co-fondatore dell’attuale Unieuro, cognato di Giuseppe Silvestrini e sempre a stretto contatto con lui anche in aeroporto. La figlia Sara: "Un padre presente e affettuoso".

Addio all’imprenditore. Luciano Vespignani, fra professionalità e impegno sociale

Addio all’imprenditore. Luciano Vespignani, fra professionalità e impegno sociale

"Eravamo quasi pronti per andare a cena quando si è sentito male. Abbiamo chiamato subito l’ambulanza, arrivata in fretta, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare": è interrotta dal pianto e dalla disperazione la voce di Maria Grazia Silvestrini, moglie di Luciano Vespignani, grande artefice dell’affermazione di Marco Polo prima, Unieuro poi e della rinascita dell’aeroporto Ridolfi, morto lunedì sera per un attacco cardiaco. La sua è stata una morte del tutto improvvisa, anche se aveva difficoltà a livello cardiaco che negli anni ‘80 lo avevano portato a subire un’intervento in Texas, a Houston.

"Vogliamo ricordare la sua grande generosità verso il prossimo che speriamo possa essere d’esempio per tutti – dicono commosse la moglie Maria Grazia e la figlia Sara –. Non riusciamo ad accettare l’idea che non sia più qui con noi".

Sara, titolare dell’Agriresort San Ruffillo Dovadola, ricorda "un grande uomo e un grande padre sempre presente e affettuoso senza mai essere sdolcinato. Fin da quando ero piccola cercava di realizzare ogni mio piccolo desiderio. Poteva sembrare burbero, ma non lo era affatto. Mi accompagnava ovunque. Ci mancherà il suo sorriso sereno, rassicurante, tranquillo e sempre disponibile nei confronti di chi aveva bisogno di aiuto".

Forlivese doc, nato nel 1943 nel quartiere di Ravaldino, Luciano sposò Maria Grazia 46 anni fa: "Abbiamo sempre vissuto in simbiosi aiutandoci vicendevolmente", rammenta la sorella di Giuseppe Silvestrini, che appena domenica era stata in moto con lui a fare una gita a Brisighella. Di lui sottolinea "la sua immensa generosità nei confronti degli altri. Pochi giorni fa, per fare l’ultimo esempio, ci contattò Don Loriano per dirci che alla Caritas avevano necessità di alimenti. Senza dire nulla ha caricato l’auto di quello che occorreva e gliel’ha portato". Vespignani ha sostenuto molto anche padre Querzani e la sua missione in Congo e ha aiutato a ricostruire la chiesa dei Romiti: "Un vero peccato che se ne sia andato senza averla potuto vedere terminata".

Grande lavoratore, era ancora attivo in aeroporto dov’era sempre vicino al presidente e cognato Giuseppe Silvestrini, che lo ricorda così: "In questo momento mi sento talmente confuso e perso senza di lui che riesco a fatica a parlare. Abbiamo sempre fatto tutto insieme e mi ha dato un sostegno enorme in tutti i momenti della nostra attività e della nostra vita insieme. Tutto quello che abbiamo lo dobbiamo anche a lui. L’ho voluto tenere vicino a me anche in aeroporto perché il suo buon senso, i suoi consigli e la sua competenza per me sono stati fondamentali fino all’ultimo".

Luciano Vespignani era una persona che amava la vita e aveva tanti passatempi: dopo essere stato un paracadutista della Folgore, fatto di cui andava molto fiero anche per gli anni bellissimi che aveva trascorso in quel reparto, la sua passione erano diventati i motori, auto o moto poco importava. Amava pescare e andare a caccia, giocare a carte al circolo Marconi e fare lunghi viaggi in moto. Era legatissimo non solo alla famiglia, ma anche a tutti i suoi amici.

A livello professionale ha operato, e sempre con successo, in diversi campi. La sua competenza e il suo equilibrio, pur accanto a un carattere schivo, lo hanno sempre reso un elemento chiave in tutti gli ambienti di lavoro da lui frequentati. Su tutti la ‘Cometa’, ditta di prefabbricati di cui è stato direttore generale e dove ha ‘tenuto a bottega’ professionisti come il compianto Roberto Arpaia e l’ingegner Dolcini, stringendo un rapporto molto solido con l’ingegner Vincenzo Collina, anche lui scomparso.

Uscito da ‘Cometa’ per divergenze con la proprietà, è entrato in Marco Polo, dove ha svolto un ruolo determinante e quasi rivoluzionario: "Si occupava degli acquisti e andava dritto alla fonte della produzione saltando gli intermediari, strappando in questo modo prezzi molto favorevoli – ricorda l’amico, ingegner Maurizio Berlati, con cui ha collaborato a lungo anche in aeroporto –. Era bravissimo anche quando andava nei cantieri e si occupava di strutture immobiliari, di progettazione e acquisto materiali. In aeroporto non aveva un ruolo preciso ma, da geometra vecchia scuola, era bravissimo nelle misurazioni e trattative e fra di noi ci capivamo solo con lo sguardo. Esisteva un problema tecnico, di acquisto o di costruzione? Ci sentivamo, ma la soluzione che dava subito lui era sempre la migliore".

In particolare, "è stato una parte importante nella creazione dell’impero Marco Polo prima e Unieuro poi, di cui è stato co-fondatore".

Fra i tanti incarichi, ha anche amministrato la ‘Nima srl’, la società immobiliare della famiglia Silvestrini. Il tutto sempre senza mai voler apparire o sgomitare. Ma con la competenza e la generosità tipica dei grandi.

Il funerale si terrà domattina con partenza del feretro dall’obitorio dell’ospedale alle ore 9.30 e messa alle 10 alla chiesa di Schiavonia.