
Aveva 85 anni: dopo l’edicola di piazza Saffi, sotto il municipio, rilevò la libreria ‘Cappelli’ e quindi fondò il ‘Mega’ in corso della Repubblica.
Gli amanti dei libri non possono non ricordarlo muoversi sicuro tra quegli scaffali che conosceva a memoria, sempre pronto a ricollocare un volume trovato fuori posto o a guidare un cliente confuso fino al titolo giusto. Foschi – all’anagrafe il suo nome era Benito, ma per tutti era Franco – è stato lo storico gestore della libreria Cappelli di corso della Repubblica e poi della Mondadori, al Mega. È morto giovedì all’età di 85 anni, dopo una vita intera passata tra la carta stampata. Tra le sue passioni, però, ne va ricordata anche un’altra, molto più dinamica: quella per il calcio, che lo portò fino alla serie B nei panni di arbitro (9 presenze nella cadetteria, la prima il 16 giugno 1974, Palermo-Avellino 2-0) e fino al 1978.
La sua avventura con i libri, invece, è cominciata in piazza Saffi a fine anni Cinquanta, nella piccola edicola di famiglia ai piedi del municipio dove ha lavorato insieme alla madre fino al 1981, quando Franco decise di fare il grande salto rilevando, insieme alla moglie, la storica libreria Cappelli: il nome, anche dopo la sua acquisizione, rimase quello dell’editore originario di Rocca San Casciano Iginio Cappelli.
Gli spazi, lì, erano limitati e non si potevano sprecare, tant’è che i libri erano davvero ovunque, a formare un labirinto letterario degno di Borges. Infatti, nei primi anni Duemila, arrivò il primo trasferimento: solo pochi numeri civici in meno e qualche metro quadrato in più. Ma presto Franco ebbe una nuova intuizione e si lanciò nell’operazione che portò all’apertura, nel 2006, del Mega, un piccolo centro commerciale lungo il corso principale di Forlì che catalizzava diverse realtà, tra le quali anche un punto vendita Unieuro: Foschi, ancora una volta, ha gestito la libreria, ora non più ‘Cappelli’, ma Mondadori.
La pensione è arrivata nel 2016, lasciandogli più tempo da trascorrere nella sua abitazione in campagna, a Bertinoro, dedicandosi all’orto e agli animali, ma Franco fino all’ultimo non ha smesso di frequentare assiduamente il suo negozio, dove adesso lavorano il figlio Massimo e ora anche i nipoti Gianmarco e Francesco. "Quella era casa sua", commenta il figlio. E, per i tanti che serberanno memoria dello storico libraio di corso della Repubblica, continuerà a esserlo anche ora. La cerimonia funebre si è svolta in forma strettamente privata.
Sofia Nardi