SOFIA NARDI
Cosa Fare

Cene con delitto a Forlì, è boom: il format spopola in città

Ristoranti ma anche club e privati richiedono sempre più spesso questa originale forma di intrattenimento. Tra i promotori c’è ’Dulcis in fundo’

Le cene con delitto spopolano in città: è un vero e proprio boom

Le cene con delitto spopolano in città: è un vero e proprio boom

Forlì, 7 luglio 2024 – Nel bel mezzo di una cena conviviale una persona muore. No, non le è andato di traverso un boccone e non sarà necessario praticarle la manovra di Heimlich: è stata assassinata e il colpevole è in sala. Nulla di strano, è solo normale amministrazione per chi partecipa alle ‘cene con delitto’, magari a una di quelle organizzate dalla compagnia forlivese ‘Dulcis in fundo’. Il format, che da diversi anni spopola in Italia e ora anche con Forlì, ha radici che affondano indietro nel tempo, nei cosiddetti ‘murder party’ nati in Inghilterra agli inizi del ’900; oggi le cene con delitto vengono proposte nell’ambito di eventi privati, ma anche per animare la serata di ristoranti, club e bagni al mare.

Lo svolgimento segue canoni stabiliti: "Appena arrivano i commensali – spiega Federico Oronti, uno dei membri del gruppo – recitiamo la prima scena, poi ne facciamo altre tra una portata e l’altra. L’omicidio, di solito, avviene intorno alla terza scena". A questo punto entra in gioco il pubblico: "Devono interagire con noi – spiega Oronti – facendoci domande che spesso diventano veri e propri interrogatori, ma devono anche essere bravi a cogliere gli indizi che lasciamo qua e là e a rispondere a diversi enigmi". Così, un tassello alla volta, i commensali individuano il colpevole, proprio come in un giallo di Agatha Christie o di Arthur Conan Doyle, provando per un attimo quello stesso brivido di soddisfazione che si avverte quando il Poirot o lo Sherlock Holmes di turno fanno le loro dissertazioni finali e fanno finalmente cadere la maschera all’assassino.

Per gli amici di ‘Dulcis in fundo’ tutto è cominciato sei anni fa: "Un po’ alla volta abbiamo formato un bel gruppo – spiega Oronti –, oggi siamo in sei e riceviamo parecchi ingaggi". La squadra è composta da membri tra i trenta e i quarant’anni, ciascuno con la sua professione ufficiale (Federico, ad esempio, lavora alla Marcegaglia), ma tutti accomunati dalla passione per questa forma di teatro partecipato. Le storie che prendono vita tra un piatto di spaghetti e uno stufato sono tutte originali: "Le scriviamo noi, in particolare la penna è di Sofia Amadori, che è un po’ la nostra boss".

Alcune vicende richiedono l’uso di costumi d’epoca, mentre altre sono ambientate ai giorni nostri, ma in ogni caso servono sempre molte prove per mettere a punto ogni dettaglio, affinché tutto fili liscio: l’organizzazione, del resto, è la chiave di ogni delitto perfetto.