STEFANO BENZONI
Cronaca

Villafranca in campo per la famiglia di Dan

Il virus lo ha stroncato a 61 anni. Gara di solidarietà per sostenere la vedova e il figlio Patrick, di 6 anni: "Lui dava una mano a tutti"

di Stefano Benzoni

Il Covid non può cancellare l’umanità e la solidarietà, quando le persone si vogliono bene. Sullo sfondo, c’è la storia di una delle tante vittime che il virus miete quotidianamente: il rumeno Dan Tanasescu, 61 anni, dipendente della BlueLine e in Italia da 25 anni, si è spento lunedì 29 marzo vinto da questo male che se l’è portato via dopo un mese di ospedale nel quale i momenti di speranza si sono alternati a quelli più gravi, fino a evolvere in tragedia. Dan viveva a Villafranca, dove era conosciuto e ben voluto da tutti, e ha lasciato soli la moglie Andrea di 49 anni e il figlio Patrick di 6. Ma in tutta la comunità della piccola frazione resta di lui un ricordo a dir poco meraviglioso.

Ed è stato per questo che i suoi concittadini hanno deciso di fare qualcosa di concreto per aiutare Andrea e Patrick. Infatti hanno posizionato di fronte a sei negozi (l’edicola ‘La mia casa’, la lavanderia ‘Loretta’, il Conad Margherita, la macelleria ‘Natalya’, il bar ‘Da Dino’ e in quello della vicina San Martino in Villafranca) delle cassette per la raccolta fondi: chi vuole può lasciare qualcosa che poi verrà raccolto e donato alla vedova ed al figlio di Dan. "L’idea è partita da Marco Cavina che è il responsabile del Polisportivo di Villafranca – racconta Valerio Giulianini che oltre ad essere il coordinatore del comitato di quartiere è anche il vice presidente dell’associazione ‘Il Palazzone’ –. Mi ha chiamato, mi ha proposto la sua idea e io ho aderito immediatamente non solo per aiutare chi rimaneva in una situazione economicamente non facile, ma perché ci è sembrato giusto".

Un aiuto che viene dal cuore: "Dan era veramente una persona eccezionale che se poteva dava una mano a tutti e lo faceva sempre con il sorriso sulle labbra. Sono brave persone, serie, riservate ma gentili con tutti. Da quando lo conosco, non aveva mai avuto nulla e sembrava il ritratto della salute e poi invece...".

Ora si cerca di dare un futuro alla famiglia e al figlio. "Noi qui siamo fatti così, in paese ci conosciamo tutti e ci piace fare qualcosa di diretto e concreto senza avere troppe persone che si mettono in mezzo. Quello che possiamo lo facciamo volentieri e col cuore".

La catena di solidarietà per aiutare Andrea e Patrick si è messa subito in moto. Il proprietario dell’appartamento dove vive ha subito ridotto l’affitto. Andrea sta cercando un lavoro. E se nel pomeriggio è impegnata a fare le pulizie, i vicini fanno a gara per tenerle il piccolo Patrick. Segnali importanti per mamma e figlio che stanno cercando di superare una tragedia immane sotto ogni punto di vista.

"Dan era una persona meravigliosa ed era molto amato – dice la moglie Andrea, ungherese di origine rumena – e l’insegnamento più importante che mi ha lasciato e che continuerò a trasmettere a mio figlio è che bisogna voler bene alle persone e cercare di aiutarle avendo fiducia in loro perché in fondo le persone buone sono tante, sono la maggioranza. Questo è l’obiettivo per far crescere Patrick, come avrebbe voluto Dan".