Alla fine, Mattia, ha preso una coppetta con mandorle e pistacchio, andando così a cambiare quei gusti di gelato che prendeva da una vita intera, sempre uguali. Volontà di cambiamento? No, semplicemente li ha potuti scegliere, seguendo i suoi gusti e capendo cosa prendeva. Questa, appunto, è la fine della storia. Un racconto che oltre a Mattia comprende una gelateria, un paio di esperte di comunicazione accessibile e la volontà di fare qualcosa per rendere un po’ più facile la vita agli altri.
La gelateria in questione è la Camarò di Forlimpopoli, situata alla porta di accesso al parco urbano Luciano Lama della città artusiana e gestita da Massimiliano Gazzola e Roberto Guiducci. Sono loro che hanno accolto l’invito di Valentina Baraghini, dello studio Libero Accesso, a rendere comprensibili i gusti del gelato che propongono anche a chi non è in grado di leggere o di parlare. I due titolari, supportati dalla Baraghini e dalla sua collega Barbara Porcella, entrambe esperte di disabilità, hanno così adottato un sistema Pecs, cioè, hanno creato delle tessere da staccare e consegnare al gelataio con fotografati sopra gli ingredienti dei gelati.
"Un’idea – spiegano le due esperte – tanto semplice quanto vincente. Quella dell’etichettatura fotografica dei gusti è un’idea mutuata dalla Comunicazione Aumentata Alternativa (Caa): un insieme di tecniche e strategie destinato a persone che non parlano o non leggono". Chi non riesce a leggere le classiche etichette con i gusti ed è impossibilitato a parlare, non deve far altro che guardare le tessere posizionate con del velcro su una lavagnetta, individuare con le foto degli ingredienti il gusto che preferisce, indicare la tessera o staccarla e consegnarla al gelataio. "La strategia delle Pecs, sistema di comunicazione per scambio di immagini (dall’inglese Picture Exchange Communication System) – spiegano Porcella e Baraghini –, è molto utilizzata con i ragazzi con disturbi dello spettro autistico, ma può essere utile anche a molti altri".
Una volta preparata la lavagnetta con le foto, Mattia ha potuto così scegliere in autonomia che gusti mettere nella sua coppetta di gelato, appunto, mandorle e pistacchio. Un piccolo accorgimento in più per la gelateria Camarò, ma un grande balzo verso l’autonomia per chi ne usufruisce.
Matteo Bondi