Predappio (Forlì), 30 aprile 2019 - «E’ inaccettabile che la Rai trasmetta un servizio che racconta la manifestazione di Predappio come se fosse qualcosa di ordinario, di tollerabile, di compatibile con i dettami del nostro ordinamento». Queste le parole del deputato Pd Marco Di Maio che hanno scatenato la bufera sul servizio andato in onda sul Tgr riguardante la manifestazione organizzata a Predappio in occasione dell’anniversario della morte di Mussolini. Ma il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti anche lui del Pd, non ci sta.
«Il servizio che ha mostrato Rai 3 dell’Emilia Romagna è esattamente quello che vedo e vivo da 10 anni, tre volte l’anno. Quindi, non solo domenica scorsa, in occasione del 74° anniversario della morte di Benito Mussolini, ma per la trentesima volta in dieci anni di sindaco di Predappio. Anzi».
Cosa vuole aggiungere? «Domenica scorsa il corteo dei nostalgici si è svolto in tono minore, con pochi partecipanti, circa 300, mentre lo scorso 28 ottobre per l’anniversario della Marcia su Roma c’erano oltre 2mila persone, tante tv straniere e quella signora con una maglietta che inneggiava ad Auschwitz».
Ma sono i suoi compagni del Pd a prendersela con Rai 3 e col giornalista del servizio. Che ne pensa? «Piuttosto che prendersela con il giornalista Paolo Pini, se la prendano con loro stessi. Questo è giornalismo: l’ha detto anche il direttore de La7 Enrico Mentana e io sono d’accordo con lui».
Perché? «Perché da dieci anni ci hanno lasciati soli ad assistere a quelle scene e a gestire questa memoria storica difficile. Noi a Predappio ci siamo 365 giorni l’anno, mentre loro fanno gli scandalizzati a parole tre volte l’anno. Sono più io del Pd di loro, perché loro fanno delle chiacchiere e invocano provvedimenti della magistratura, mentre io da anni ho lavorato forte per realizzare dei fatti, che si riassumo nel Progetto Predappio».
Di che si tratta, in sintesi? «Realizzare nell’ex Casa del Fascio di Predappio, 2700 metri quadrati calpestabili su tre piani, un Centro studi della storia del primo Novecento e un’esposizione museale sul fascismo. Abbiamo già 3milioni di euro per far partire i lavori nel 2020».
Anche l’intervento del deputato forlivese del Pd, Marco Di Maio, è sulle posizioni che lei critica: ha definito «inaccettabile» il servizio della Rai. Che cosa risponde? «Non ce l’ho con Di Maio, la mia dichiarazione è precedente alla sua».
Le parole di Di Maio sono state rilanciate dalle agenzie alle 17.30, le sue alle 19. «Il primo giornalista con cui ho parlato mi ha chiamato pochi minuti prima delle 18, stava per cominciare il consiglio comunale. Forse erano le 17.30. Ma non è questo il punto».
Cioè? «Di Maio mi ha anche aiutato nel progetto. Non ce l’ho con lui, ma piuttosto con tutti quelli che nel Pd e nella sinistra continuano a criticarmi. Predappio non va lasciata sola, serve una mano per fare il Centro studi sul fascismo».
Invece ad attaccarla sono proprio quelli del suo partito. «È facile fare il deputato Pd e dire che fa schifo. Ma dov’erano in questi anni? Sono sempre stato lasciato solo. Chi ora si arrabbia per i servizi della Rai venga a Predappio a dare una mano, altrimenti è la solita polemica di circostanza che va avanti da 10 anni. Non tollero più l’ipocrisia. Se sono arrabbiati, si mettano a mia disposizione».
Per far che cosa? «Fatti e non chiacchiere sterili e di circostanza. A Predappio lavoriamo da anni per realizzare un progetto culturale di studio della storia e del Ventennio fascista, in collaborazione con diverse università e istituti di storia. Questi sono fatti concreti, i soli che possono contrastare le manifestazioni dei nostalgici, perché si fondano sullo studio e la cultura».