
Terenzio
Traisci *
In questo periodo di continue e prolungate incertezze, per pensare a una resurrezione in termini pasquali, occorre molta fede. Ed è quella che in molti di noi, purtroppo si sta esaurendo. Allora cosa fare? Ci abbandoniamo a noi stessi? Andiamo avanti come degli automi, bruciando vita che nessun decreto o dpcm potrà mai restituirci? Diamo alle persone care la migliore o peggiore versione di noi in questa pandemia? Ci sono cose su cui abbiamo il controllo, o almeno una sensazione di controllo, e cose su cui non ne abbiamo. Quindi, in un momento di limitazioni delle libertà individuali, c’è una sacrosanta libertà che nessuno potrà mai toglierci: come affrontiamo il periodo.
Quello dipende da noi, da come gestiamo i nostri pensieri, le nostre emozioni, il nostro umore e di conseguenza le nostre scelte. Perché, come dico nei miei corsi sulla gestione dello stress e dell’umore, anche chi non fa niente e si limita a vivere nel malumore, nel rancore, nella frustrazione sta scegliendo. Quindi per vivere una Pasqua di vera resurrezione, piuttosto che guardare sempre e solo alla situazione negativa (che soltanto guardandola e parlandone abbiamo visto che non #andràtuttobene), allora pensiamo a che tipo di persona vogliamo essere per uscire dal buio. E come nella preparazione di un dolce, pensi prima agli ingredienti, così ti verrà in mente che Resurrezione significa ricordarsi dei tuoi valori guida, del perché fai quello che fai, chi aiuti, come puoi aiutare il prossimo e come puoi migliorare un po’ ogni giorno per affrontare le sfide di oggi con più energia, coraggio, serenità e lucidità.
* psicologo, formatore
e autore