Forlì, 5 febbraio 2020 - Tra l’influenza e lo spettro del coronavirus, l’inizio del 2020 si sta rivelando decisamente complesso per quanto riguarda la sfera della salute. Eppure l’influenza stagionale sembra essere più mite del solito: "Fino ad oggi il numero di casi è stato sempre contenuto – spiega il dottor Vincenzo Immordino, medico sentinella –. Lo scorso anno ci siamo trovati senz’altro di fronte a un numero ben maggiore di persone colpite". Ad oggi i forlivesi hanno patito soprattutto gli effetti di un altro tipo di virus: quello gastrointestinale, decisamente sgradevole, ma di più veloce risoluzione.
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Eppure chi non si è ancora ammalato non deve cantare vittoria: "Il picco – spiega infatti Immordino – arriverà nelle prossime due settimane". Un lieve ritardo, insomma, rispetto ai tempi previsti: "Probabilmente le temperature abbastanza miti rispetto alla media stagionale non hanno favorito la diffusione del virus. Già dai prossimi giorni, però, dovremmo assistere un deciso abbassamento delle temperature che potrebbe portare anche ad avere due picchi influenzali, come già capitato anche altri anni. Sta a dire che, dopo un calo dei contagi, si potrebbe assistere ad un nuovo incremento".
I sintomi? Quelli ben conosciuti. "Le persone colpite – prosegue Immordino – presenteranno i sintomi tipici dell’influenza di stagione: febbre anche molto alta, tosse, raffreddore, dolori muscolari e spossatezza generale. In pratica gli stessi sintomi del coronavirus".
Una corrispondenza di sintomi che rischia di gettare nel panico tutti coloro che li presentino. Per ora, però, i forlivesi sembrano mantenere il loro sangue freddo. "Fino ad oggi non ho visto nei miei pazienti nessuna particolare preuccpazione per il coronavirus – spiega il medico sentinella –. Qualcuno fa una battuta, magari una domanda per informarsi meglio, ma senza perdere la calma. Tra le persone che arrivano a farsi visitare in ambulatorio non ho nemmeno mai visto nessuno con la mascherina. E’ giusto che sia così, anche perché fino ad oggi in Italia abbiamo avuto talmente pochi casi che è assurdo agitarsi troppo".
Ma se i sintomi del nuovo virus sono paragonabili a quelli di una normale influenza di stagione, è altrettanto banale il decorso della malattia? Decisamente no, secondo Immordino, che se da un lato tranquillizza, dall’altro sottolinea anche l’atipicità del morbo asiatico: "Il coronavirus è sconosciuto alle risorse immunitarie umane, da questo deriva la sua maggiore pericolosità rispetto a una comune influenza".