L’arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi mons. Erio Castellucci, forlivese originario di Roncadello, è uno dei possibili candidati alla presidenza della Cei. Durante l’assemblea generale del prossimo maggio, infatti, sarà nominato il successore del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che dal 2017 guida la Conferenza Episcopale Italiana ed è a fine mandato. Don Erio, come si fa ancora chiamare da tutti, è diventato vicepresidente nel 2021, in rappresentanza delle diocesi del nord Italia.
All’assemblea mancano ancora alcuni mesi. Come funziona il percorso? A seguito della riforma voluta da Papa Francesco relativamente alla modalità di elezione, l’assemblea dei vescovi voterà una terna di nomi all’interno della quale poi il Papa sceglierà il presidente. Naturalmente don Erio non è l’unico nome che circola. Fra quelli più volte evidenziati c’è quello dell’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi che è già presidente della Ceer (la conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna). Fra gli altri anche quelli del cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, di mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, del cardinal Giuseppe Betori di Firenze. Dalla sua, mons. Castellucci, 62 anni, è stato presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, la catechesi e l’annuncio. È consultore presso la Congregazione per il Clero della Santa Sede ed è, inoltre, delegato della Ceer per la Dottrina della fede e la catechesi. Papa Francesco lo ha già scelto come arcivescovo di Modena-Nonantola nel 2015 e nel 2020 come vescovo di Carpi, dove era amministratore apostolico dal 2019.
Nonostanti manchi dalla sua città natale da ormai sette anni, don Erio ha conservato amicizie, contatti, ed è ancora molto benvoluto e stimato. Ordinato sacerdote nel 1984, ha svolto diversi incarichi pastorali a Forlì: parroco (da Durazzanino a San Giovanni Evangelista), vicario episcopale, responsabile diocesano della pastorale giovanile, vicerettore del seminario, docente di Scienze Religiose, assistente diocesano degli scout. Torna spesso in città per intervenire a incontri, convegni e celebrazioni: ha partecipato anche di recente a iniziative online proposte dagli Uffici per le Comunicazioni sociali sul messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale 2022, intitolato "Ascoltare con l’orecchio del cuore", e sui passi del cammino sinodale intrapreso.
Se diventasse presidente della Cei, sarebbe più che probabile anche la nomina a cardinale. Lo dimostra il fatto che quasi tutti i ‘papabili’ lo siano già. Ed è una considerazione quasi logica: non si ricorda una guida dei vescovi che non abbia avuto – magari in un secondo momento – questo riconoscimento. Anche perché, come tale, si troverebbe a dare indicazioni pastorali a ‘colleghi’ che vestono già l’abito color porpora. Non c’è, naturalmente, un automatismo. Certamente i momenti sarebbero diversi: prima l’assemblea Cei, poi il concistoro quando il papa vorrà. Le nomine di Francesco hanno seguito talvolta una logica diversa dal passato, ma in questo caso gli elementi di novità potrebbero giocare a favore di don Erio: a cominciare dal fatto che sono stati nominati cardinali al di fuori delle grandi città. Come lo stesso Gualtiero Bassetti, attuale presidente della Cei, nient’affatto svantaggiato dal fatto di esercitare il proprio ministero in una città come Perugia.
Per il resto, il curriculum di Castellucci consente di inserirlo tra i possibili ‘principi’ della Chiesa. Dal 1988 al 2004 è stato docente di teologia presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese e dal 2005 presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna di cui è stato preside dal 2005 al 2009. È autore di pubblicazioni e articoli di teologia e spiritualità. A Modena si avvale della collaborazione anche di mons. Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì-Bertinoro, che è tornato nella sua terra d’origine.
Il nome di Zuppi e quello di Castellucci indicano, quindi, che la Chiesa in Emilia-Romagna, compresa quella forlivese con mons. Livio Corazza e quella cesenate con mons. Douglas Regattieri, sta diventando sempre più un segno di rinnovamento nel cammino di conversione pastorale e missionario.