Predappio (Forlì), 1 settembre 2019 - La riapertura della cripta di Benito Mussolini nel cimitero di San Cassiano a Predappio, chiusa da quasi due anni per i lavori di restauro, continua a far discutere non solo i politici, ma anche gli imprenditore del settore turistico, che lamentano la drastica diminuzione dei turisti in visita alla tomba, calcolati in 60-70mila all’anno (la stima è del patron di Villa Carpena, Domenico Morosini, che conserva i registri delle firme). Nella polemica interviene ancora l’attuale sindaco Roberto Canali, eletto a fine maggio tra le fila del centrodestra: «La nostra visione è sempre stata favorevole alla riapertura della cripta. Ovviamente le persone dovranno venire qui rispettose dei luoghi che visiteranno. Noi stiamo costruendo un percorso di conoscenza del nostro territorio, che possiamo trasmettere alle persone che vengono a Predappio».
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Pochi giorni fa si era espresso negativamente sulla riapertura Giancarlo Corzani, direttore di Confesercenti: «Le polemiche che si stanno facendo sulla riapertura mi sembrano molto pretestuose, perché fino al 2017 la tomba è stata aperta per decenni. Quindi non vedo nulla di nuovo». Sulla questione interviene anche il direttore dell’Ascom di Forlì, Alberto Zattini, che spiega: «Premetto che quel periodo della storia è un totalitarismo da condannare. Ma l’aspetto politico (che non è di mia competenza) va distinto da quello turistico. Se sul territorio ci sono delle opportunità turistiche, vanno considerate. Che i turisti siano pochi o molti, comunque sia si fermano nelle strutture di Predappio».
Il rappresentante dell’Ascom prende in esame i numeri dei visitatori annuali: «In questi giorni ho ricevuto decine e decine di telefonate di negozianti, esercenti e operatori turistici predappiesi che contestano chi sostiene che il turismo alla tomba di Mussolini sia ininfluente sull’economia turistica del territorio. È vero il contrario: che siano 100mila, 80mila o anche meno non ha importanza. Quello che conta è che non si possono ridurre ad alcune centinaia. Sono un’occasione economica non indifferente per i bar, i negozi e tutte le strutture turistiche di Predappio e territorio».
Poi il direttore Ascom passa a una considerazione più generale: «Fra i visitatori di Predappio non ci sono solo nostalgici, perché molti vengono per vistare i luoghi della storia, che non si può cancellare. I luoghi della memoria si possono visitare anche per capire e perfino per condannare». E conclude: «Raccontare la storia e approfondirla acquista anche un risvolto turistico. Il problema allora è trovare dei modi e dei tempi per aiutare i turisti ad approfondire la complessità della storia di quel periodo, sganciandoli dalla nostalgia per superarla». Oltre al recupero dell’ex Casa del Fascio, ci sono il castello restaurato di Rocca delle Caminate, la casa natale e i tanti monumenti del razionalismo.