Forlì, 9 maggio 2017 - Si è alzato ufficialmente in viale dell’Appennino il velo sulla Casa della Legalità, progetto del Comune di Forlì, la cui inaugurazione rientra nel programma di iniziative ‘Coltiviamo la Legalità’, organizzato dall’assessorato alle politiche giovanili. «Abbiamo finalmente portato a termine un percorso importante – spiega il sindaco Davide Drei –, partito dalla consulta della legalità, che fra poco entrerà nel vivo del suo operato, e che ha trovato il suo culmine nella restituzione ai cittadini di una struttura strappata dalle mani a un’attività criminosa. Adesso, ristrutturata, opererà in un terreno totalmente nuovo».
La ‘casa’ è stata costruita sulle ceneri di un edificio e del relativo podere confiscati a Forlì negli anni ’90 a un’associazione malavitosa e diventato così patrimonio pubblico. «Abbiamo voluto omettere il vecchio nome – specifica Drei –, credo sia giusto abbandonarlo anche perché questo edificio non è niente di ex. Anzi, la Casa della Legalità è una struttura totalmente nuova».
«Vogliamo che questo edificio – dice Valentina Ravaioli, consigliere regionale ed ex consigliere comunale con Balzani – diventi il simbolo di un protagonismo attivo della comunità. Coltiveremo la legalità anche grazie ai giovani, che ci hanno spronato ad analizzare e tenere d’occhio nuove forme di criminalità. Questa spinta deve continuare e, a partire da un bene confiscato, va tenuta viva grazie all’impegno quotidiano e condiviso di ciascuno di noi».
«L’illegalità si nasconde ovunque – le parole dell’assessore regionale Massimo Mezzetti – e anche noi purtroppo contribuiamo ad aumentare il suo raggio d’azione, con piccole mancanze quotidiane. Quella che serve invece è una cittadinanza responsabile: diritti e doveri fusi insieme concorrono al funzionamento migliore della società intera». Questa stessa struttura conferma che la corruzione e l’illegalità possono essere più vicine di quanto si possa pensare. «Siamo erroneamente portati a ritenere che la mafia sia legata soltanto a loschi figuri con lupara e coppola. Non è così e in Emilia Romagna abbiamo tristemente avuto alcuni esempi, uno su tutti il caso Aemilia, che ha toccato una buona fetta di regione: da Parma a Bologna. Un territorio svincolato alla ‘solita’ lotta alla criminalità e molto vicino a noi».
La Casa della Legalità può essere un punto fermo non solo per Forlì. «È un sito che offre un presidio importante per tutto il centro-nord Italia – conclude il prof Giovanni Mazzanti del Campus di Forlì e uno dei responsabili dell’Osservatorio della legalità –, cercando di vedere non solo il positivo, ma anche il potenziale di un territorio oltre che la vocazione degli spazi e un percorso di cittadinanza attiva e responsabile».
Di fianco all’edificio fa sfoggio un murales realizzato dagli studenti del Ruffilli, con dieci personaggi modello: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Roberto Ruffilli, Tina Gori, Rosa Parks, Annalena Tonelli, Iris Versari, Silver Sirotti, Aldo Moro e Peppino Impastato.