Forlì, 31 gennaio 2021 - Marco Milandri, socio, insieme ad Alessio Serrani, dello studio di architettura ‘Arkinprogress’, in via Ravegnana, la pandemia ha messo in luce nuove esigenze nelle persone che stanno progettando la loro casa? "Già dalla fine del primo lockdown abbiamo visto aumentare esponenzialmente una richiesta specifica: quella di abitazioni con grandi terrazzi abitabili e spazi all’aperto". La reclusione forzata ha fatto rivalutare l’importanza di un affaccio sull’esterno? "Sì, si vuole prevenire l’eventualità di trovarsi di nuovo a trascorrere molto tempo senza poter uscire. E, a questo proposito, chi ha la possibilità oggi opta per la ristrutturazione di una casa indipendente, sempre nell’ottica di potersi ritagliare una certa autonomia e la vicinanza di un polmone verde". Come cambiano, invece, gli spazi interni? "C’è stato un passo indietro rispetto all’open space e sono tornate le stanze separate". Quando ha avuto inizio la tendenza dominante dell’open space? "Il concetto ci è arrivato negli anni Ottanta grazie ai film americani che ci mostravano il classico loft di lusso, ampio e senza pareti divisorie. Pian piano, con gli anni, le case hanno cominciato ad adattarsi a quell’idea: nell’ultimo ventennio l’open space è sempre andato per la maggiore". Per quale ragione il Covid, invece, ha dato inizio al suo declino? "Perché si è scoperta l’importanza di disporre di spazi privati per lavorare, studiare oppure trascorrere il proprio tempo libero, magari cucinando senza interferire con le attività degli altri membri della famiglia". Anche le cucine sono state cambiate dalla pandemia? "Negli ultimi anni erano molto richieste le cucine a isola che, per essere realizzate, richiedono un grande spazio; se non si vuole optare per la soluzione dell’open space, perciò, spesso si è costretti a rinunciare alla cucina a isola e ora vediamo che sempre più persone sono disposte a farlo". Ci sono cambiamenti anche dal punto di vista estetico? "Più che altro notiamo che, oggi, si preferiscono materiali sintetici, come ad esempio il gres porcellanato, che possono imitare pietra o legno, ma sono molto più resistenti e consentono di essere igienizzati anche con prodotti aggressivi senza rovinarsi". Nel corso del lockdown tante persone hanno dovuto improvvisare uffici di fortuna, sale studio per seguire le lezioni a distanza e palestre casalinghe. Chi progetta una casa ora pensa a prevenire questa esigenza? "Sì, in un questo senso il Covid ha accelerato un processo che era già in corso: siccome oggi vendere la propria casa per comprarne un’altra rischia di non essere economicamente vantaggioso, sono tante le coppie che, sin da subito, optano per acquistare un’abitazione che abbia già una stanza in più, in modo da prevenire l’eventuale nascita di un figlio o l’esigenza di avere uno studio personale. Adesso, ancora più che in passato, vediamo che le persone desiderano una camera extra per utilizzarla come jolly". Una camera jolly, però, comporta anche la necessità di poterle cambiare vocazione con facilità, da studio a palestra. "In tanti, infatti, oggi scelgono un arredamento poco costoso, in modo da poter pensare di cambiarlo relativamente spesso, adattandolo alle esigenze man mano che si presentano. Sono in pochi quelli che, ora, acquistano mobili fatti per durare molto a lungo". Queste nuove richieste sono fatte per durare? "Sicuramente la pandemia ha dato il via a nuove tendenze che si ripercuoteranno anche negli anni a venire".
CronacaCovid, ecco la casa del futuro