Furono botte da orbi, la notte del 14 novembre 2014, in viale Italia, all’esterno del pub Pride. Venerdì, per quell’episodio, che vide coinvolte otto persone, è arrivata la sentenza di primo grado del tribunale di Forlì (giudice Ilaria Rosati). Tre le condanne, tutte a un anno (con pena sospesa), per altrettanti napoletani di 30, 31 e 33 anni; erano imputati per lesioni gravi e porto ingiustificato d’armi. I tre, difesi dagli avvocati Marco Guidi, Luigi Ciocchetti ed Elia Valentini, avevano precedenti.
Assolti due forlivesi, di 33 e 36 anni, con gli stessi capi d’imputazione, difesi da Giovanni Principato, Andrea Romagnoli e Francesco Lombardini (per tutti e cinque, con precedenti, il pubblico ministero Lucia Spirito aveva chiesto la condanna a un anno). Le parti lese furono, quella sera di sette anni fa, tre ragazzi di una trentina d’anni, due di nazionalità brasiliana, il terzo originario dell’Africa. Sono le 3 di notte quando viene chiamata la polizia, perché fuori dal locale il gruppo se le sta dando di santa ragione, non soltanto con calci e pugni. Già, perché dall’automobile i napoletani tirano fuori mazze da baseball, bastoni, manganelli e pure un coltello, col quale viene ferito al torace uno degli aggrediti.
I brasiliani e l’africano ne escono con le ossa rotte, riportando lesioni gravi alla testa e alle spalle, oltre a varie contusioni.
A generare la scintilla era stato un episodio all’apparenza banale, avvenuto all’interno del pub, dove un brasiliano aveva urtato inavvertitamente un napoletano. Invece di lasciar perdere, era volata qualche parola di troppo, con promessa di regolare i conti una volta in strada.
E così fu, fino all’arrivo delle Volanti, che poi individuarono i responsabili grazie alle telecamere della zona e alle testimonianze raccolte sul posto.
Tutti e cinque gli aggressori vennero denunciati, fino al processo iniziato nel 2017 e sviluppatosi fino a venerdì per nove udienze complessive.
Luca Bertaccini