Il segreto per arrivare nei Top hairstylists d’Italia e per reggere a due lockdown causa pandemia è sempre lo stesso: "Non fermarsi mai – racconta Sabrina Cicognani del salone ‘Parrucchiera Nuccia Sabrina e Fulvio’ –, cercare di migliorarsi sempre. Durante il primo lockdown abbiamo seguito tanti corsi di perfezionamento, non solo per quanto riguarda la nostra professione, ma anche di marketing, uso dei social media nella promozione dell’attività e, anche adesso che siamo ancora una volta chiusi, facciamo lo stesso".
Il salone che si trova in piazzale Falcone Borsellino è gestito dalla famiglia di Nuccia, la capostipite che nel 1982 aprì il negozio in via Ca’ Rossa. Già l’anno successivo la raggiunse la figlia Sabrina e dopo tre anni anche il marito di lei, Fulvio.
Ora anche la terza generazione ha seguito le orme della nonna e Matteo, figlio di Fulvio e Sabrina, con i suoi 23 anni si fa notare fra poltrone, acconciature, tagli e colore. "Con noi abbiamo anche due dipendenti – spiega Sabrina – con cui collaboriamo da una vita e siamo diventati una famiglia allargata". Oltre al servizio di parrucchiere, in salone propongono anche manicure e smalto.
L’orgoglio di essere arrivati tra i migliori d’Italia è alto, ma anche quello di aver superato il primo lockdown.
"Il 18 maggio dello scorso anno – racconta Sabrina – siamo tornati al lavoro più carichi che mai, con la voglia di fare bene. E’ stato un momento difficile, ma molti fornitori ci sono venuti incontro, anche la banca ci ha dato una mano. Lo abbiamo superato facendo, appunto, corsi che ci hanno permesso di imparare cose nuove. Speriamo che questo secondo momento di stop sia più corto e che si possa poi tornare a seguire i nostri affezionati clienti".
Il lavoro dopo la riapertura dello scorso anno un po’ è cambiato. "Con tutte le dovute cautele e i dispositivi di sicurezza del caso – spiega – il lavoro si svolge anche con più calma. C’è stato un lungo periodo che si concentrava soprattutto nel fine settimane, ultimamente invece si era tornati a lavorare molto bene, con buoni ritmi".
Per quanto riguarda i ristori, invece "abbiamo avuto un piccolo rimborso a fondo perduto – afferma Sabrina –, ma veramente piccolo rispetto a quanto abbiamo speso sui dispositivi di sicurezza e igienizzazione. Per fortuna che, come detto prima, siamo riusciti a contenere un po’ le spese". Il rammarico per la situazione cresce pensando al lavoro svolto. "Usiamo tutti i dispositivi di sicurezza – spiega – compresa la visiera che le ragazze mettono quando devono avvicinarsi per la manicure. Non ci siamo mai ammalati e nessuno si è ammalato da noi. Andare dal parrucchiere è sicuro, ma ci hanno chiuso lo stesso".
Matteo Bondi