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Adolescenti e alcol, problema di cui parlare

Secondo le statistiche molti giovanissimi iniziano a sbronzarsi a 12 anni, la ricerca dello sballo è un fenomeno da contrastare

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L’alcool sta diventando sempre più il grande problema del sabato sera dei ragazzini. In pochi anni è più che raddoppiato il consumo di alcool nella fascia dai 12 ai 16 anni. Le ragazze sono in forte rimonta in questa classifica. Le 14enni bevono più dei coetanei maschi. Il 13% dei 12enni dichiara di essersi sbronzato più di una volta. Ci sono tre elementi preoccupanti nel bere degli adolescenti. In primo luogo il fatto che lo considerano un comportamento normale. Adesso il bere si è accreditato come fenomeno di moda, immagine di socialità e successo. Un altro aspetto è il fatto che si beva smodatamente: non c’è gusto per il singolo bicchiere, ma c’è la ricerca dello sballo. Il terzo elemento è il più inquietante, perché l’alcool è diventato ormai la sostanza di ingresso nel mondo delle droghe. Il suo consumo si accompagna a quello di ecstasy, cannabis, cocaina e questo avviene più facilmente nei luoghi di aggregazione, soprattutto le discoteche. Lo sballo compensa, annulla i pensieri, offre sensazioni di socializzazione, aiuta a perdere il controllo, cosa che rimette in contatto con il mondo delle emozioni. I genitori spesso sono gli ultimi a rendersi conto del problema. I ragazzini che si sbronzano il sabato sera, e il giorno dopo ne portano i segni, spesso si fermano a dormire da amici o lo fanno quando i genitori sono via per il weekend, insomma sono attenti che gli stessi non si accorgano di niente. Eppure ci sono dei segnali a cui un genitore deve fare attenzione. Uno dei più significativi è il fatto di non dormire a casa il sabato sera. Se la cosa si ripete è indispensabile controllare. Il dormire troppo a lungo la domenica non va preso sotto gamba, anche se i genitori non ci fanno caso, perché la notte finisce spesso alle prime luci del mattino. Un genitore attento deve fare un silenzioso chek-up, controllare se il figlio mangia, oppure ha vomitodiarrea, se i gesti sono poco coordinati, se ha l’umore alterato. I genitori devono prevenire il rischio alcool. Innanzitutto condividendo con i figli i sentimenti. Non sempre offrire oggetti, svaghi, stimoli culturali è sufficiente a dare la convinzione ai propri figli di essergli vicino. Oggi le nuove generazione ne hanno bisogno più che mai. Per loro è impossibile guardare al futuro senza una guida sicura, anche se l’istinto all’indipendenza deve fare i conti con l’inevitabile dipendenza. Per questo c’è bisogno di sentire vicini i genitori. È importante comunicare, dando spazio all’ascolto, interpretare messaggi, comportamenti e silenzi. Quest’anno con la nostra classe abbiamo affrontato ed approfondito questa problematica attraverso progetti mirati soprattutto alla prevenzione e ai rischi del binge drinking. Abbiamo incontrato anche una nostra ex compagna di scuola, Matilde Montanari, che sta diffondendo una campagna di prevenzione dal titolo: ’Big fun no trip’, un progetto di educazione alla salute e al sano divertimento.