Da Ferrara a Courmayeur, tre storie di sfida e passione sportiva. Si tratta dell’impresa a cui hanno partecipato tre ferraresi: Paolo Guidi, Maximiliano Saieva e Filippo Cesaretti, che hanno affrontato il ‘Tor des Géants’, una delle gare di ultra trail più impegnative al mondo. Quest’anno, i tre runner hanno deciso di affrontare la sorella minore del Tor des Géants, il Tot Dret (Tor130), un percorso di 130 km con 12mila metri di dislivello, che dalla Valle d’Aosta li ha portati a Courmayeur tra salite mozzafiato, discese spacca gambe e notti gelide. Maximiliano Saieva, già veterano del Tor330, ha deciso di ripetere l’esperienza, questa volta accompagnando i suoi compagni di squadra: "L’idea è nata per caso, raccontando la mia esperienza al Tor. Da lì, la proposta per il Tot Dret nel 2024, poi il Tor330km nel 2025. È stata un’esperienza diversa, più da fratello maggiore, curioso di vedere negli occhi di Paolo e Filippo le emozioni che io stesso avevo vissuto l’anno precedente".
Il tecnico da settembre ha avviato il progetto Naturun e Trail all’interno della Polisportiva Putinati di Ferrara. Nel percorso di 130 km, Paolo Guidi non è riuscito a superare uno dei cancelli orari, abbandonando la gara. Chi l’ha terminata, invece, sono stati gli altri due atleti ferraresi. "Ho capito quando ho deciso di partecipare, che avrei vissuto un’esperienza unica", racconta Filippo Cesaretti. Reduce da un infortunio, il Tot Dret si presentava come l’obiettivo perfetto per riprendersi e mettersi alla prova. L’impegno e la dedizione negli allenamenti, lo hanno portato fino al grande giorno. Descrivere quelle 40 ore di gara è stato difficile: "La fatica, il freddo, la gestione del sonno e i momenti di sconforto si sono fatti sentire più volte, ma la soddisfazione di aver tagliato quel traguardo è stata immensa".
Filippo Cesaretti sottolinea come la gratificazione non risieda tanto nel tempo finale, ma nel controllo delle emozioni, nel saper affrontare sia i momenti belli che quelli difficili. Il legame con Maximiliano Saieva, che da coach è diventato anche amico, si è intensificato grazie a questa esperienza.
"Ora pensiamo al prossimo obiettivo", conclude Cesaretti, con lo sguardo già proiettato al futuro. Per Paolo Guidi, come detto, il suo percorso si è interrotto al terzultimo cancello, quando, in ritardo di mezz’ora, ha dovuto abbandonare la gara dopo 80 km e oltre 5500 metri di dislivello: "Deluso? No, ciò che ho vissuto è stato intenso e magico. Ho conosciuto persone meravigliose lungo il percorso e il legame con i miei amici si è consolidato". La squalifica non ha spento la sua determinazione: "Il dispiacere è reale – aggiunge Paolo Guidi – ma la voglia di riprovarci è ancora più forte. Ora so come gestire i miei limiti e superarli". Per questi tre runner, il Tot Dret non è stato solo una gara, ma un percorso di crescita personale, un viaggio in cui le difficoltà le hanno affrontate insieme.
Mario Tosatti
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