"Spal, situazione delicata ma Dossena è bravo"

L’ex capitano Davide Marchini, ora alla guida del Progresso in D: "Quando cambi ogni anno lo staff, qualcosa non va. Sono preoccupato"

"Spal, situazione delicata  ma Dossena è bravo"

"Spal, situazione delicata ma Dossena è bravo"

Da ex capitano spallino e ora allenatore in serie D al Progresso Castelmaggiore, Davide Marchini (nella foto) è un osservatore privilegiato delle vicende spalline.

"Sinceramente mi aspettavo che mister Di Carlo rimanesse, le scelte fatte in queste settimane mi fanno pensare ad un ridimensionamento, se non altro dal punto di vista economico", racconta Marchini.

Lei ha fatto il corso da allenatore a Coverciano assieme ad Andrea Dossena…

"Confermo, è un bravissimo ragazzo e ha tanta voglia di emergere. Dove è andato ha fatto bene e ha fatto maturare tanti giovani, può essere l’allenatore giusto nell’ambito di un progetto che punta a svecchiare la rosa". Come vede da tifoso, e da ex giocatore, il momento della Spal?

"Credo che si vorrà spendere il meno possibile, ma quando cambi lo staff ogni anno significa che qualcosa non va. E’ stato preso un direttore sportivo alla prima esperienza in una squadra ‘senior’, questo non significa che non sia capace, ma il dato di fatto è quello. Se devo essere sincero un po’ di paura ce l’ho, credo che la Spal sia in ritardo su alcune situazioni".

Cosa intende?

"Da calciatore di piazze ne ho girate, spero solo di non rivivere un film già visto. Il rapporto tra Tacopina e una parte della tifoseria non porta positività a tutto l’ambiente, e sinceramente non capisco l’atteggiamento del presidente: non è vero che sono una cinquantina i tifosi che lo contestano. Sarebbe saggio cercare un confronto per il bene della Spal e trovare una soluzione: andando avanti così non so quanto potrà durare".

Se dovesse dare un consiglio al presidente?

"Arrivati ad un certo punto, si dovrebbe avere il coraggio di alzare le mani e di farsi un esame di coscienza: tante volte è meglio perdere qualcosa adesso, piuttosto che tutto più avanti". A cosa può puntare la Spal la prossima stagione?

"Io credo che per una piazza come Ferrara la salvezza sia l’obiettivo minimo da raggiungere. Di tifoserie come questa ce ne sono poche, già la Serie C ci sta stretta: ma se si vuole costruire una squadra giovane, attenzione perché una pressione di questo tipo è poi difficile da controllare".

Parliamo un attimo di lei, al Granamica in Eccellenza ha costruito un mezzo miracolo… "E’ stata un’annata inaspettata, ero alla guida di una squadra giovane che in tanti ad inizio anno davano tra le retrocesse. Invece abbiamo raggiunto i playoff nazionali. Devo ringraziare i giocatori più esperti che ci hanno aiutato a tenere sempre alta l’asticella, nel complesso sono stati tre anni bellissimi al Granamica e si poteva puntare a qualcosa di più l’anno prossimo, ma purtroppo ci sono state difficoltà societarie che mi hanno spinto a prendere una strada diversa".

Ora l’aspettano la Serie D e il Progresso, con quali obiettivi?

"La salvezza, anche se sappiamo sarà dura. Ci dovremo confrontare con piazze importanti, tra cui forse Siena e Livorno, dovremo costruire una squadra con tanti giovani che hanno voglia di emergere".

Jacopo Cavallini

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