REDAZIONE FERRARA

Spal, la ricetta anti crisi. Servono rinforzi immediati per salvare la categoria. Da Tacopina le prime risposte

Se non vuol vedere vanificato l’investimento a Ferrara, Joe deve intervenire .

Se non vuol vedere vanificato l’investimento a Ferrara, Joe deve intervenire .

Se non vuol vedere vanificato l’investimento a Ferrara, Joe deve intervenire .

Dev’essere caduto uno specchio bello grande in casa Spal, nei giorni della serie A, per consegnare agli avviliti tifosi così tanti anni di guai. Mai una gioia, dal 2020: prima la retrocessione in B e i playoff mancati con un telaio da massima divisione nell’era Colombarini-Mattioli, e a seguire quattro anni di sventure targate Tacopina. Si è così giunti al sesto consecutivo di delusioni, e al quinto in piena zona retrocessione nella categoria di permanenza. Il morale è sotto i tacchi e lo si è capito anche dal colpo d’occhio del "Mazza" sabato pomeriggio, se non bastasse la contestazione permanente. Mai così poca gente sugli spalti, e il gelo non basta a spiegare. Quanto alla protesta, sfogata la rabbia, sarebbe auspicabile un sussulto almeno nei confronti di una squadra che già vede il campo in salita, e che probabilmente non è del tutto scontenta di affrontare due trasferte prima di fine anno, date le difficoltà ambientali. Dodici mesi fa la tregua si verificò, e pian piano la squadra di Di Carlo si riprese fino a salvarsi.

Bisogna però che il primo segnale parta dalla Spal. Ora i viaggi a Gubbio e Ascoli in mancanza di risultati lascerebbero un distacco non semplice da colmare dal gruppetto sul bordo dei playout. Bisogna quindi cercare a ogni costo di muovere la classifica. E il secondo passo deve venire da Joe Tacopina, con una campagna di rafforzamento rilevante come e più di quella del gennaio scorso, e anche rapida e immediata, visto che dopo l’Epifania si torna a giocare e si va in fretta a Lucca per uno scontro diretto che può essere decisivo.

Ci sarà la voglia e la forza di operare? Quel che serve alla causa della rimonta è abbastanza chiaro: un 9 puro sano e allenato che si giochi il posto con un Karlsson sempre assente fino a qui, e due centrocampisti di personalità ma anche di qualità. Devono essere tre titolari, tre di livello superiore all’islandese e agli altri in organico, non tre riempitivi. Si potrà alzare davvero l’asticella solo se alcuni titolari di oggi diventano alternative. Il resto dipenderà da come vuole giocare Dossena: se a 3-5-2 le priorità sono queste, sperando anche in Bachini. in caso contrario servirà anche un esterno di piede mancino con gol nei piedi. Il problema è: dove vai a trovare profili simili a gennaio?

Se il presidente investe e il direttore sportivo con qualche disponibilità economica in più l’azzecca, si può fare, a patto di esser già sulle piste giuste. In caso contrario, le nozze coi fichi secchi non si celebrano mai.

Dopo un primo anno di C a costi di B con oltre cinquanta dipendenti non tecnici nella speranza di risalire subito e mantenere l’intera struttura, la parola d’ordine è diventata il contenimento dei costi, e ci sta. Fin qui però la gestione Tacopina ha mostrato la corda quando ha speso assai, figurarsi quando è entrata in modalità economia. Se non vuol veder perso l’intero investimento finendo tra i dilettanti, Joe deve dare a Casella la possibilità di acquistare bene. Risulta che la Spal abbia rifiutato una somma vicina al milione per cedere al Torino la sua quota sulla rivendita di Gineitis, vicina al 50%. Dunque, sembra non servano denari nell’immediato, e giungono segnali positivi per un corretto adempimento dell’imminente scadenza del 16 dicembre. Ma dopo, bisognerà salvare la categoria. Vendere non è semplice: serve un compratore che oggi all’orizzonte proprio non risulta. Si agitano solo sogni, non solide realtà.

Mauro Malaguti

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