Fine della magia, e nel peggiore dei modi. Dopo tre vittorie di fila la Spal torna all’antico e rimette i panni del materasso, cedendo in maniera umiliante contro un Pontedera che fin qui a casa sua aveva battuto appena il Sestri Levante, e che non vinceva da sei giornate. Il cappotto del "Mannucci" - terzo stop di goleada e stavolta con cinque gol al passivo dopo i quattro di Campobasso e Terni dove almeno c’era un avversario di qualità - consente ai toscani di riportarsi a -1, ipotecando anche il vantaggio nei confronti diretti. I biancazzurri dal canto loro ripiombano in zona playout per via della sconfitta nello scontro con la Lucchese (2-3).
Sinceramente, c’è modo e modo di perdere e non è ammissibile prendere una manita da questo Pontedera, volonteroso sì, senz’altro più determinato di una Spal leziosa e al ralenty: insomma, si tratta pur sempre del Pontedera. La Spal ha marcato del tutto visita, riportando a giorni che ci si illudeva fossero superati e invece tornano attualissimi a spegnere il fuoco dei recenti 9 punti.
Sbadata in difesa e poco convinta al momento di replicare al gol iniziale di Pietra, la squadra di Dossena è letteralmente crollata in avvio di ripresa, quando invece di buttarsi sotto per pareggiare, si è fatta travolgere dai granata toscani, che hanno segnato tre gol in 25’ impegnando anche severamente Galeotti in due occasioni. E la Spal? Stava a guardare senza mai creare palle gol, passiva a prendere ceffoni uno dopo l’altro senza un briciolo di personalità e neppure di orgoglio. Si era già ben notata, questa prerogativa stagionale: se va sotto la squadra si smarrisce, e se incassa anche il secondo si sfalda del tutto. Se non si tira addosso agli undici la croce più di tanto, è perchè sono da un mese sempre gli stessi, questi 12-13 giocatori, a tirare la carretta. In Toscana ha dovuto dare forfait anche Bassoli, e Dossena si è visto costretto a far debuttare dal principio Polito, il meno peggiore di tutti i difensori, e a schierare braccetto di sinistra il destro Bruscagin, che ha faticato tantissimo al pari di Nador, sovrastato da Italeng, E appena D’Orazio è riuscito ad attenuare il passivo, la Spal è stata capace di riabbassare la testa in un minuto, subendo anche il quinto. Sconfitta umiliante, non c’è che dire. E contro la Vis Pesaro rivelazione servirà ben altro. La società deve assolutamente rimediare a gennaio. Le tre vittorie hanno in qualche modo evitato il peggio, ma la Spal è tornata sott’acqua in fretta e non è affatto guarita. Questo campionato è una pena come e più dei precedenti firmati Tacopina.
Mauro Malaguti
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