Non tutti i calciatori nel corso delle rispettive carriere riescono a mettere radici in una piazza. C’è chi invece è diventato una bandiera in due società diverse: è il caso di Andrea Mangoni, che ad Arezzo e Ferrara è stato addirittura sia calciatore – per diverse stagioni, in amaranto addirittura otto – che direttore sportivo. "Sabato prossimo potrei essere sugli spalti dello stadio di Arezzo, del resto si affronteranno due squadre che sento mie più di tutte le altre: i colori amaranto e biancazzurri saranno per sempre nel mio cuore".
Dopo 10 giornate, la squadra di Troise ha addirittura 12 punti più di quella di Dossena, se l’aspettava?
"Un distacco del genere sinceramente no. L’Arezzo aveva iniziato così così, con due sconfitte di fila nella prima settimana di settembre a Pesaro e Pineto, poi ha cambiato marcia e nelle ultime sette giornate ha conquistato la bellezza di 16 punti, che lo hanno proiettato subito alle spalle del terzetto che occupa i primi tre posti della classifica".
Cosa manca agli amaranto per candidarsi senza indugi alla promozione? "L’attacco finora non è all’altezza delle prime tre della classe, basti pensare che l’Arezzo ha realizzato gli stessi gol della Spal subendone chiaramente molti meno. Se riuscisse a segnare con più continuità potrebbe davvero insidiare la vetta, anche perché la società è seria, ambiziosa e lungimirante. Spero tanto di rivedere presto l’Arezzo in serie B assieme alla Spal, che non c’entra nulla con la C".
Che effetto le ha fatto la contestazione al presidente Tacopina?
"L’avevo criticato aspramente per il brutto gesto nei confronti della curva Ovest nella stagione della retrocessione: in questo momento invece mi risulta difficile giudicare il suo operato, anche perché mi rendo conto di quanto sia complicato gestire un club. Per esperienza personale però ritengo che cambiare continuamente dirigenti, tecnici e giocatori sia deleterio per la società. Si destabilizza l’ambiente e si fatica a programmare, tanto che pure diversi suoi uomini di fiducia hanno steccato. Per le proprietà straniere comunque è difficile ingranare: servono le persone giuste al posto giusto, ma trovarle non è facile".
Arezzo super favorito contro la Spal? "Favorito sì, ma l’esito non è scontato: all’Arezzo consiglio di fare attenzione al vecchio leone Antenucci".
È ancora nel mondo del calcio?
"Sì, ma non quello professionistico: non fa più per me. Mi diverto allenando i dilettanti, il Cqs Pistoia in Prima categoria".
Stefano Manfredini
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