Il commento. Servono equilibrio e mercato, ma gennaio è lontano. Ora limitare i danni fermando questa deriva

Finisce con tutta la Spal a testa china sotto la curva dei 185 coraggiosi che sono partiti alle 3 del...

Servono equilibrio e mercato, ma gennaio è lontano. Ora limitare i danni fermando questa deriva

Karlsson a secco di reti anche ieri (Foto Campobasso Fc)

Finisce con tutta la Spal a testa china sotto la curva dei 185 coraggiosi che sono partiti alle 3 del mattino per un lunch-match andato clamorosamente di traverso. "Meritiamo di più", "Fate ridere, andate a lavorare" e via dicendo, e spunta anche il primo coro stagionale contro Tacopina. L’umiliante 0-4 di Campobasso segnala il quarto "progetto" che nasce monco, zoppo e cieco: ruoli palesemente scoperti, altri coperti da giocatori inadeguati alla bisogna, e rincalzi mai di aiuto alla causa. Una Spal che crolla regolarmente quando passa in svantaggio e nei secondi tempi, segno di difficoltà fisiche ma anche di carenze di personalità della squadra al momento di dover nuotare contro corrente. Campobasso però si rivela anche e soprattutto la Caporetto di mister Dossena. Forte del brutto ma utile 1-0 di Rimini, il tecnico ha forzato le mosse offensive piazzando Antenucci in trequarti dietro a Karlsson e i soliti Rao e D’Orazio sulle ali. Ma questa non è una Spal che si possa lasciare così scoperta: la si offre all’avversario di turno, anche al più debole. Ha lacune dietro che consiglierebbero al contrario di fare densità davanti all’ultima linea. I 18 gol subiti in 9 giornate con ben 5 sconfitte parlano chiaro, però si va avanti così, anche in piena zona retrocessione. Se fino al primo gol la squadra aveva anche tenuto e ribattuto, una volta sotto ha via via mollato gli ormeggi senza reagire, concedendosi del tutto con inaudita mollezza quando Dossena ha sostituito Awua, unico incontrista che corre per tutti. E quel lasciarsi andare è certamente colpevole e inaccettabile. Rimpianti? Di sicuro aver perso nel prepartita per chissà quanto Bassoli, se Sottini è questo. E l’occasione iniziale scodellata da Antenucci nel piatto di Karlsson, sciupata per un controllo infelice. Ma davanti a uno 0-4 è davvero poca cosa. C’era una volta un progetto, l’unico in quattro anni, che meritava di esser portato avanti e rifinito. Ma Tacopina è così, ama ribaltare il tavolo ogni volta; e d’accordo, questo sarà ed è solo all’inizio, ma non promette meglio dei precedenti. Ma per niente, proprio. La Spal ha bisogno di equilibrio e di mercato. Arrivare a gennaio sarà dura, occorre limitare i danni cercando una identità più bilanciata rispetto a questa deriva. Toccherà ancora a Dossena? In vista del testacoda col Pescara, probabilmente sì. Ma ci sono riflessioni in corso,

Mauro Malaguti

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