
Il tecnico del Pescara è omonimo e concittadino del collega spallino: "Mi fa piacere incontrarlo e abbracciarlo"
Da una parte Silvio, dall’altra Francesco. Quella dello stadio Adriatico è anche la sfida tra i due mister Baldini, che oltre al cognome condividono molte altre cose come racconta l’allenatore del Pescara. "La storia è buffa, perché i nostri genitori provengono da un paesino di montagna della provincia di Massa che si chiama Resceto – spiega Silvio Baldini (nella foto) –. Questa frazione ha 100 abitanti, quindi anche se non ufficialmente per forza di cose siamo senza dubbio parenti. Io e Francesco però ci siamo sempre frequentati non come parenti, ma come amici. E a prescindere dall’eventuale parentela, ci stimiamo, rispettiamo e ci vogliamo bene, e per me questo è quello che conta. E mi fa piacere incontrarlo e abbracciarlo. La squadra? Siamo sempre gli stessi, con gli stessi infortunati. Abbiamo ottenuto una vittoria importante contro il Milan Futuro recuperando lo svantaggio, fornendo una prova di carattere. Ora però bisogna dare continuità a quel successo. Soprattutto in casa, perché la nostra benzina è l’affetto e il sostegno dei nostri tifosi. È strano aver vinto nove gare in trasferta su 15, mentre all’Adriatico soltanto cinque: questo deve farci riflettere. A Pescara c’è sempre tanta gente, quindi dobbiamo essere bravi a far diventare il nostro stadio un fattore determinante. In ogni caso, conta anche l’aspetto tattico: le squadre sul nostro campo chiudono ogni spazio. Zeman? Mi dispiace che la salute lo metta un po’ in crisi: l’età è quella che è, e di sigarette ne ha fumate un tir. In tanti gli vogliono bene".
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