Ciclismo, l’ex azzurro sabato in città: "Un evento fatto per divertirsi». Bugno, un campione iridato al Festival del ciclismo lento

Gianni Bugno, 2 volte campione del mondo, racconta al Festival del Ciclista Lento di Ferrara come la bici sia stata la sua attività e il suo divertimento, e riflette sull'importanza dell'educazione fisica nelle scuole.

Bugno, un campione iridato al Festival del ciclismo lento

Bugno, un campione iridato al Festival del ciclismo lento

Sabato a Ferrara, alle 19 al Grisù, a raccontarsi al Festival del ciclista lento di Guido Foddis ci sarà Gianni Bugno, un campione che nella vita ha fatto della velocità un must, 2 volte campione del mondo, 72 vittorie in carriera, 9 tappe al Giro d’Italia e Maglia Rosa ‘90, 4 tappe al Tour de France, 2 alla Vuelta e successo in classiche come la Milano-Sanremo, il Giro delle Fiandre, la Milano-Torino e un Giro dell’Emilia. E domenica pedalerà alla Granfondo del Merendone, sul circuito delle sagre dell’alto ferrarese. "Un giornata fatta per divertirci – dice Bugno –. Ormai ora non vado più in bici per vincere ma per passeggiare. Questa è un’occasione per pedalare e vedere un po’ Ferrara e dintorni. Ferrara la conosco e torno per questa occasione che è un modo per stare insieme ad altre persone che amano andare in bicicletta". Una bici che in questo caso diventa lenta, rivedendola rispetto al mezzo che porta a vittorie. "Dev’essere un mezzo turistico e non per andare forte – prosegue – per passeggiare, per fare un giro con gli amici. Non la vedo come un mezzo da competizione ma da passeggio". E ci si domanda, per lui che professionista per 13 anni ha anche vestito la maglia iridata due volte, cosa rappresenti la bici. "E’ stata la mia attività. Il mio lavoro – risponde –, il mio divertimento. Entrambi insieme. Quando non è più stato un divertimento, ho smesso. Una carriera fatta di vittorie ma anche di tanti insuccessi. E’ da questi che si impara per poi trovare le vittorie".

E’ stato anche presidente del sindacato dei ciclisti e ne approfittiamo per una riflessione sul panorama ciclistico italiano attuale. "Siamo a corto di atleti in Italia in tanti sport ormai, non solo nel ciclismo. Più indietro rispetto ad altre nazioni – dice fermamente – questo forse anche perché nelle scuole non viene praticata l’educazione fisica o fatta in malomodo. Non se ne dovrebbe fare solo un’ora a settimana ma una tutti i giorni, per programmare e far avvicinare i giovani allo sport facendo vedere anche filmati e facendoli appassionare anche ad altri sport e discipline extra calcio. Fare sport è anche educazione civile e sociale . Col Coni bisogna entrare nelle scuole e fare conoscere ai bimbi la bici".

Laura Guerra

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