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Ferrara, Rossella Arquà vince il ricorso al Consiglio di Stato: reintegrata la consigliera

Il Tar aveva ritenuto valide le sue dimissioni, firmate con iter quantomeno irrituale, e poi disconosciute. Il sindaco Fabbri: "Intervenga il prefetto"

Rossella Arquà

Rossella Arquà

Ferrara, 11 novembre 2022 - Il Consiglio di Stato, con sentenza della terza sezione, ha accolto il ricorso che la ex consigliera comunale di Ferrara, in forza Lega, Rossella Arquà aveva presentato sulla decisione del Tar Emilia-Romagna che aveva ritenuto valide le sue dimissioni, firmate con iter quantomeno irrituale, e poi disconosciute.

Arquà, tra i fedelissimi del Carroccio in città, assistita dall'avvocato Fabio Anselmo non si è data per vinta e ha appellato la decisione del Tar Bologna al Consiglio di Stato che con sentenza pubblicata questa mattina ha ribaltato tutto, accogliendo il ricorso di Arquà, che ha come conseguenza il reintegro immediato della consigliera e contestuale fuoriuscita del consigliere che era entrato dopo le sue dimissioni, Stefano Franchini, attuale capogrupo della Lega in consiglio comunale.

Il sindaco Fabbri: "Intervenga il prefetto"

"La vicenda Arquà è diventata oggi davvero paradossale. Di fatto si tratta di far sedere in un consiglio comunale una persona che ha inviato, per sua stessa ammissione, lettere minatorie con proiettili ad un membro della giunta. Una situazione incresciosa che non è accettabile per quello che implica in termini di tranquillità dei lavori di un organo democratico e di sicurezza. Ci opporremo in tutte le sedi possibili a questa sentenza di secondo grado che ribaltando la pronuncia del Tar in primo grado, mette, sotto questo punto di vista, in grande difficoltà tutto il civico consesso e tutti gli assessori".

È il commento del sindaco di Ferrara Alan Fabbri al reintegro deciso dal Consiglio di Stato per la consigliera. "Sedere fianco a fianco con una persona colta in flagranza di reato e denunciata per minacce aggravate ad un componente della Giunta e pensare che questa persona possa rappresentare degnamente i cittadini in consiglio comunale ci sembra assurdo e non rispettoso per i cittadini e l'istituzione. Ci rivolgeremo al Prefetto per dirimere la questione dal punto di vista amministrativo e chiederemo alla Procura della Repubblica di chiudere celermente le indagini e di verificare se davvero si ritenga opportuno far accedere all'aula consiliare, come niente fosse, chi ha commesso tali atti minatori come riportato ampiamente sulla stampa", prosegue il sindaco.