REDAZIONE FERRARA

Ferrara, Anselmo: "Arquà, il prefetto sblocchi l’attività del Consiglio"

L’avvocato ad Argentieri: "Non è stata reintegrata". Lei: "Sindaco e vice temono per Feris". Lodi: "Il Pd è complice"

Il vicesindaco Lodi

Il vicesindaco Lodi

Ferrara, 4 dicembre 2022 – Uno dei capolavori di Garcia Marquez s’intitola ’Nessuno scrive al colonnello’ . Se dovessimo riassumere l’epopea Rossella Arquà in un titolo, la chiameremo ’Tutti scrivono al prefetto’. L’ultima missiva, in ordine cronologico, è quella del legale della consigliera, Fabio Anselmo. La lettera ha un duplice obiettivo. Da un lato marca la distinzione e scioglie ogni dubbio sull’interconnessione tra il piano penale e quello amministrativo della vicenda.

Dall’altro denuncia il sostanziale immobilismo del Consiglio Comunale. Tema, quest’ultimo, rimarcato anche dalla lettera sottoscritta dai consiglieri di minoranza. Ma vediamo il documento. "Abbiamo notificato la sentenza del Consiglio di Stato – scrive il legale, riferendosi al pronunciamento che ha ’riabilitato’ la consigliera dopo la ’bocciatura’ del Tar – al Comune e dapprima inviato, e poi nuovamente sollecitato il segretario comunale e il presidente del Consiglio Comunale a procedere agli adempimenti necessari all’esecuzione della sentenza. A oggi, nessuna risposta è pervenuta e la signora Arquà non risulta ancora reintegrata nello status di consigliere comunale, che le spetta per espressa pronuncia giudiziaria".

Questo ’ritardo’ secondo Anselmo "rappresenta non solo la violazione dei diritti individuali di Arquà, ma anche un grave vulnus nel funzionamento degli organi dell’amministrazione comunale". Ed è proprio su questo punto che il legale invoca l’intervento del rappresentante del Governo. Affinché, si legge nel documento, "la situazione di attuale stallo venga ricondotta a legittimità e il Consiglio Comunale venga ricostituito validamente, cos ì da poter operare nella sua pienezza di funzioni e poteri".

La buchetta delle lettere di palazzo Giulio d’Este tracima. Ma gli scritti – sotto forma di post – affollano anche la rete. Tant’è che, proprio ieri, la consigliera Rossella Arquà affida alla rete una sua riflessione sulla vicenda. "Quanto si agitano sindaco e il pregiudicato vice Naomo Lodi – così sulla sua bacheca – . Sì, pregiudicato e imputato in una miriade di processi per reati ben più gravi di quelli contestati a me. Anche altri miei colleghi consiglieri sono accusati di reati contro la pubblica amministrazione".

"La collega Anna Ferraresi – prosegue – ha subito minacce ben più gravi anche in consiglio comunale ma il problema sono io? La terrorista Rossella Arquà. Ma cosa spaventa veramente il pregiudicato vice sindaco? Una parola che oggi suona tremenda: Feris. Quella delibera, se ci fossi stata io in consiglio, non sarebbe mai passata. E lui lo sa bene. Ma, ahi lui, dovrà tornarci prima o poi. Questo spinge sindaco e vice a invocare l’intervento del governo per zittire la magistratura". All’affaire si aggiungono, di giorno in giorno, elementi nuovi. Non si fa attendere la replica del vicesindaco Nicola Lodi, che si affida a una diretta Facebook dal suo ufficio in municipio.

"La volontà di Arquà era quella di dimettersi – scandisce Lodi –. Oggi invece vorrebbe rientrare in Consiglio. Eppure, una persona che ha confessato di aver mandato lettere minatorie non può rappresentare le istituzioni". Dopo il racconto di "mesi difficili", nel periodo in cui sono arrivate le lettere, il vicesindaco promette che il Comune "utilizzerà tutti i mezzi legali per impedire che la consigliera rientri in Consiglio". Secondo lui un’eventuale reintegro sarebbe "assurdo". Poi Lodi si lancia in un’intemerata contro il Pd, non prima di aver ringraziato il "garantista" Tommaso Mantovani, M5S (che peraltro ha firmato anche la lettera della minoranza).

"Il Pd – chiude Lodi – non firmando la nostra lettera si è di fatto reso complice dell’Arquà. Se la consigliera dovesse rientrare, prometto di leggere una a una le lettere intimidatorie che mi ha inviato nei mesi scorsi. L’unica cosa che dovrebbe fare Arquà è scusarsi con me, con il Comune che rappresento e con tutta la città". L’impressione è che il prossimo inverno sarà molto caldo, politicamente. Ora, non ci resta che aspettare...il Consiglio Comunale.

Federico Di Bisceglie