Ferrara, 17 luglio 2023 – Cinquantatré milioni di dischi venduti, 608 brani incisi con 230 collaborazioni, 4217 concerti in Italia e 426 all’estero. E’ Gianni Morandi. L’artista bolognese giovedì incanterà il pubblico del Ferrara Summer Festival in piazza Trento Trieste dalle 21 con una speciale data del suo ‘Go Gianni Go’ tra i classici del suo repertorio e i brani frutto del fortunato sodalizio artistico con Jovanotti.
Morandi, GO Gianni GO: Perché questo titolo? E cosa le sta dando il rapporto con Jovanotti, in più rispetto alle altre precedenti collaborazioni?
"Il titolo è nato da un gioco scherzoso con Jovanotti, che spesso mi cantava con la sua chitarra ’Go Gianni Go’ e mi è sembrato che potesse essere un bel nome per il tour. ’Go Gianni Go’ è anche un mantra che mi ripeto ogni tanto e che mi dà la forza e la carica soprattutto prima di salire sul palco. Jovanotti è un grande amico, oltre che un collega verso cui nutro una grandissima stima.
Come sarà lo spettacolo?
"Il mio concerto a Ferrara sarà uno spettacolo all’insegna della musica e del divertimento. Sarò accompagnato da una favolosa band di 13 elementi e farò ascoltare i brani più recenti di ’Evviva!’ ma anche brani del passato che non possono mancare, come ’C’era un ragazzo’ o ’Fatti mandare dalla mamma’".
Parliamo del suo pubblico: con 608 canzoni e dopo essersi esibito su ogni palco possibile, cosa prova vedendo che davanti a lei ci sono più generazioni a cantare le sue canzoni?
"Quando ho iniziato a cantare non mi sarei mai aspettato, 60 anni dopo, di sentire ancora questo calore e questo affetto da parte del pubblico. Io volevo semplicemente fare musica e divertirmi, non mi aspettavo tutto quello che è poi accaduto dopo. Come dice lei, è stato un sogno che si è avverato pian piano, e che ancora oggi mi rende orgoglioso di quello che sto vivendo. Il fatto che le mie canzoni vengano cantate dalle nonne, dalle mamme e dai bambini è una cosa che mi rende felice.
Sempre al passo coi tempi, cosa l’ha portata fin dagli anni 90 a cercare feat ‘alternativi’? Altri artisti l’hanno copiata, si sente di aver tracciato una strada?
"Mi piace sperimentare, cercare nuove collaborazioni che mi permettano di scoprire e conoscere diversi stili musicali. Negli anni ho lavorato con artisti molto più giovani di me (Rovazzi e Sangiovanni per citarne un paio) e penso che queste collaborazioni abbiano arricchito, sia umanamente che professionalmente, la mia carriera. Non mi sento di aver tracciato una strada, ma penso che sia un buon modo per trovare sempre degli stimoli nuovi".
Lei è un mito della musica: Qual è il suo segreto? E cosa vede guardando avanti, anche nel panorama musicale?
"Io amo molto il mio lavoro e forse questa è stata la mia fortuna. Non so quale sia il segreto per restare sulla cresta dell’onda per 60 anni, io ho semplicemente continuato a fare quello che mi piaceva con lo stesso entusiasmo. Oggi vedo molti artisti talentuosi che si stanno affacciando nel panorama musicale italiano e vedo un livello artistico alto. Sono molto curi oso, mi piace conoscere i nuovi talenti di questa generazione. Molti li scopro anche grazie a mio figlio, che è un rapper, "Tredicipietro".
Sportivo da sempre, quanto ha fatto la differenza per lei sia nella vita che sul palco?
"Tantissima! Ho la passione della corsa e anche adesso cerco sempre di fare 30/40 km a settimana, mi aiuta a rimanere in forma e a stare meglio con me stesso. Il divano non fa per me".