Comacchio (Ferrara), 7 novembre 2023 – “Non siamo degli usurpatori, questi stabilimenti sono stati costruiti con il nostro lavoro, da famiglie che hanno messo la loro vita su queste spiagge", Morena Carli, 62 anni, titolare dello stabilimento balnerare Paradiso a Porto Garibaldi accoglie con favore la proroga delle concessioni decisa dal Comune, lo slittamento alla data del 31 dicembre del 2024 (con la possibilità di strappare un altro anno, il 2025) è una ventata di ossigeno per la categoria.
Ma l’imprenditrice – quello stabilimento racconta tra ombrelloni e lettini la storia di una famiglia che si è rimboccata le maniche – punta con decisione il dito contro la Bolkestein. E annuncia, la voce che le trema per la rabbia: "Se la mia spiaggia verrà messa all’asta io qui butto giù tutto, non lascio niente di quello che ho realizzato in tanti anni di sacrifici".
Morena Carli racconta la difficile situazione che lei come tanti imprenditori stanno vivendo ormai da anni, da quando dall’Europa ha cominciato a sventolare la bandiera di una direttiva che, per la maggior parte di loro, punta ad affossare un settore – quello del turismo – che rappresenta un fiore all’occhiello per l’Italia e per il litorale di Comacchio, con i suoi sette Lidi.
"Siamo sottoposti ad una pressione psicologica fortissima – riprende –, lavoriamo dieci, dodici ore al giorno e creiamo anche occupazione. Eppure da quando la direttiva-capestro ha preso forma siamo considerati come degli abusivi". Si interrompe, poi di nuovo parole che pronuncia per difendere un’intera categoria. "Ma quali abusivi – scandisce –, qui, in queste spiagge, c’è il lavoro di una vita. Vediamo allora se ci sarà chi veramente è in grado di prendere il nostro posto. Io butto giù tutto se passa quella disposizione, se mettono all’asta la mia spiaggia. Voglio proprio vedere chi riuscirà a creare questi paradisi della costa, ombrelloni e lettini dove si viene per avere un po’ di relax, un’accoglienza da sempre a misura dei turisti. Che da noi si sentono come in famiglia".