FILIPPO DONATI
Economia

La moria dei negozi in centro a Ferrara: chiude lo storico Benasciutti

Un’altra saracinesca si abbassa, stavolta in piazza Travaglio. E’ la terza attività in pochi mesi ad alzare bandiera bianca. E c’è il nodo degli affitti. “Qui le cifre si spingono anche fino a 1400 euro al mese: si salva chi è proprietario dei locali e non ha dipendenti”

Sara Benasciutti, dell’omonimo negozio di articoli per la casa in piazza Travaglio (foto Bp Vecchiatini)

Sara Benasciutti, dell’omonimo negozio di articoli per la casa in piazza Travaglio (foto Bp Vecchiatini)

Ferrara, 12 agosto 2024 – La saracinesca dello storico negozio di articoli per la casa Benasciutti sta per abbassarsi per l’ultima volta. Le vetrine affacciate su piazza Travaglio dopo vent’anni non avranno più una luce a illuminarle: “Per il momento sposteremo l’attività online – spiega Sara Benasciutti – e in futuro apriremo un nuovo punto vendita”. Ma non sarà in centro – dovrebbe trovare posto in via Veneziani – e non avrà le stesse metrature attuali, superiori ai cento metri quadrati.

La porzione di centro storico che da piazza Travaglio prosegue lungo via San Romano per raggiungere il cuore della città, è radicalmente cambiata negli ultimi anni: come altre zone ha visto il moltiplicarsi di rivendite, negozi di frutta e verdura, e soprattutto ristoranti d’asporto, tipicamente guidati da commercianti di origine asiatica. Ovviamente non sono le consonanti punjabi, bengalesi e mandarine a urtare la sensibilità dei commercianti al timone dei loro negozi da decenni – Ferrara ha sempre accolto mercanti da altre nazioni –, quanto piuttosto il mutare inarrestabile di quella che da secoli era la via dei tessuti e dell’abbigliamento. Fino a pochi anni fa qui si contavano ancora venticinque realtà del settore, ora rimaste tre o quattro, presenze sporadiche in una lunga teoria di ristoranti d’asporto.

“Chi ha deciso questo cambio di rotta, e quando?”, domanda Renata Marzola, alla guida di ’SpazioZero by Renèe’, alle spalle una vita nell’abbigliamento.

Abbandonate alle tempeste del mercato e dell’inflazione, le attività storiche sopravvivono come possono: “Chi come noi è proprietario del locale e non ha dipendenti è fortunato – analizzano Luca e Federica Petrucci, al timone dell’omonimo iconico negozio di abbigliamento in via San Romano – diversamente sarebbe dura. Gli affitti da queste parti sanno essere cospicui, anche 1400 euro al mese per un locale di dimensioni medio-piccole”.

Non a caso si sono abbassate da pochi mesi (o sono in procinto di farlo) pure le saracinesche di ’Italian Dna’ e di ’Lui e Lei’, nella parte di via San Romano più vicina al centro. Stando a quanto si apprende dai negozianti dei paraggi, nel primo caso sarebbe in vendita l’intero palazzo che ospitava l’attività, mentre nel secondo pare certo che cambierà anche qui la destinazione, virando ovviamente verso l’alimentare.

Percorrendo via San Romano è inevitabile allora farsi delle domande: dove comprano abiti e calzature i clienti che prima si rifornivano qui? “Io sono tra coloro che non sanno più dove fare acquisti”, confida la giovane Giulia Schiavina, mentre si aggira all’interno di SpazioZero. Il trend disegna un piano inclinato: “Sembra difficile immaginare che una nuova generazione di commercianti subentrerà a quella attuale, alla guida delle stesse attività”.

Le certezze sono infatti ormai pochissime: “I mesi di novembre e dicembre tengono in piedi l’annata – spiega Federica Petrucci – ma anche i saldi non sono più una garanzia, benché quelli di luglio abbiano, per noi, fatto registrare un ormai inedito segno più nelle vendite rispetto all’anno precedente”.

Se da un lato c’è chi ancora non si rassegna a comprare online, dall’altro c’è chi non può, o non ha gli strumenti. “Chiunque entri in negozio si mostra dispiaciuto per la chiusura – conclude Sara Benasciutti – in particolare gli anziani, non pochi in una città come

Ferrara”. Ma se i clienti sostanzialmente ci sono, e i negozianti vorrebbero tenere duro, cosa si è spezzato? “E’ quel che ci domandiamo tutti – osserva Renata Marzola –. Quel che sta succedendo era davvero inevitabile? Come altri, credevo che questa giunta sarebbe riuscita a fare di più per tutelare il patrimonio di negozi storici”.