Ferrara, 17 febbraio 2024 – Una valanga. Sono duecento i curriculum arrivati nell’arco di pochi giorni sul tavolo di Matteo Musacci, imprenditore. Nomi, età, storie di donne che hanno un sogno al profumo di pane, vorrebbero fare le commesse in uno dei tanti punti vendita della rete della fragranza, una delle ‘Botteghe del Pane’, che ormai costellano un po’ tutto il centro storico, la periferia di Ferrara, anche Santa Maria Maddalena.
"Non era mai successo prima _ racconta Musacci, figlio d’arte, la sua è una tradizione di famiglia, di persone abituate a svegliarsi quando inizia la notte per andare ad impastare coppie e rosette –. Stiamo vagliando le domande ora per ora, giorno per giorno. In genere riuscivamo a rispondere a tutte le richieste, a valutarle una per una. Sono persone che cercano lavoro, che meritano di essere solo per questo ascoltate. E’ anche questa una forma di rispetto. Non so se ci riusciremo, sono tantissime le domande che stanno arrivando".
Duecento curriculum per fare la commessa mentre attorno il panorama è costellato di tante ombre. E’ un mestiere faticoso, che richiede voglia di fare sacrifici. "Per questo ruolo abbiamo una pioggia di richieste – precisa –, dall’altra parte invece non si trova più un ragazzo che voglia fare il fornaio, la nostra è un’attività che rischia di perdersi con il trascorrere degli anni. E’ succederà, quando si spegneranno le generazioni che l’hanno portata avanti da anni, da secoli". Fa gola invece lavorare dietro il bancone, la cuffietta sulla testa ad incorniciare sorrisi.
"Si tratta di una sostituzione di maternità – sottolinea –. Ma in genere quando troviamo persone in gamba, che hanno voglia di lavorare siamo pronti a fare un passo avanti. Allora prendiamo in considerazione la possibilità di ampliare la nostra rete di vendita, di creare un’altra bottega". In un periodo di crisi loro si ampliano.
"Puntiamo sempre ad investire, il pane lo mangiano tutti, quello ferrarese poi ce lo invidia il mondo, è un marchio", dice con un pizzico d’orgoglio per quello che la sua famiglia ha creato e che lui è riuscito a far crescere, un po’ a far lievitare.
Orgoglio che porta lontano, le radici affondano al 1952 quando Mario Musacci (figlio del fornaio Costantino) inaugura un piccolo panificio artigianale. Siamo in Corso Porta Po. Altri tempi, il pane veniva consegnato anche a domicilio ai propri clienti. Passano gli anni, fino alla svolta.
Il taglio del nastro di un panificio in Corso Isonzo al numero 115, che prende il nome, da un’idea di Luciano Bega (il mastro fornaio da sempre insieme alla famiglia Musacci), ‘La Bottega del pane’.
E’ la scintilla di un successo. Il marchio viene registrato e comincia così una nuova avventura. "Da cinque generazioni ci tramandiamo il lievito madre – spiega Musacci –. È un mestiere difficile ma le soddisfazioni sono tantissime. Siamo orgogliosamente un’azienda di famiglia, fortemente legata a Ferrara, alla nostra città. Negli anni abbiamo fatto consistenti investimenti e per noi l’artigianalità e la professionalità rimangono al primo posto".
Una realtà che prosegue nel solco della tradizione, attorno a volte vetrine che si spengono, commercianti che alzano bandiere bianca. Non tra le coppie. Ancora ricordi. Tanto tempo fa.
Anno 1952, quando si partiva da via Bagaro per consegnare i prodotti ai clienti."Il pane deve continuare a nascere dalla sapienza delle mani", l’insegnamento che arriva da una storia antica.
m. b.