Ferrara, 14 dicembre 2023 – Forse grazie a questo investimento la nostra città riuscirà in parte a levarsi la nome di Cenerentola dell’Emilia-Romagna. Non sono tanti, di questi tempi, gli imprenditori che decidono di investire sul territorio. Gianluca Barabino, amministratore delegato di Ecoprogram, è una felice eccezione.
Dopo un’attenta mappatura di diverse aree in giro per l’Italia – il gruppo ha diversi hub in sparsi lungo lo Stivale, ha un volume d’affari di oltre duecento milioni all’anno e dà lavoro a ottocento addetti – ha scelto di scommettere sull’area dell’ex zuccherificio di Pontelagoscuro. Lì sorgerà un "punto strategico per lo sviluppo futuro e la crescita dell’azienda". Per la prima volta, l’imprenditore di origini tortonesi ha scelto di spiegare al Carlino, nel dettaglio, il progetto di investimento in città.
Barabino, partiamo dalla scelta del luogo. È inusuale che un’azienda scelga Ferrara per fare un investimento: cosa l’ha spinta a propendere la città estense?
"La Ecoprogram flotte ha diversi centri in tutta Italia e Ferrara per noi è stata una scelta strategica per una serie di ragioni. La prima è la ragione geografica. Collocando il nostro hub nella città estense avremo modo di ‘aggredire’ fette di mercato sulle quali oggi non abbiamo una grande copertura, a partire da quella che gravita sul bacino Adriatico e a tutto il Triveneto. Il secondo motivo è che l’area che abbiamo individuato – l’ex zuccherificio – è perfettamente rispondente alle esigenze della nostra città. E il terzo motivo è legato alla straordinaria disponibilità che abbiamo riscontrato da parte dell’amministrazione. Abbiamo sentito un ente vicino alle esigenze di un’impresa. Il che, in Italia, è tutt’altro che scontato".
La Ecoprogram flotte di cosa si occupa?
"L’azienda cura la ‘prima’ e la ‘seconda vita’ delle vetture, concentrandosi in particolare su quelle destinate ai grandi player dei noleggi a lungo termine. Non siamo una società di logistica, siamo una società di servizi, facility: ci occupiamo di ‘settare’ le macchine in tutti gli aspetti. Dall’installazione e la messa a punto delle scatole nere, finendo con il tagliando anche attraverso il servizio di ‘officina mobile’ con la quale offriamo assistenza direttamente a casa del cliente. Non solo, noi ci occupiamo della gestione di queste auto: dalla messa sul mercato al ritiro fino, appunto, alla seconda vita".
Di che numeri stiamo parlando?
"Facciamo circa mille consegne al giorno, in giro per tutta Italia. Siamo nell’ordine di grandezza di duecentomila ‘mobilitazioni’ all’anno".
Per il sito di Ferrara, che programmi avete?
"Il nostro obiettivo è quello di essere operativi con l’azienda già a gennaio 2024 e, a pieno regime, attorno a primavera. Assumeremo un centinaio di addetti del territorio e, parallelamente, la nostra idea è quella di erogare corsi di formazione per formare manodopera qualificata da inserire sul mercato del lavoro, mettendo a disposizione il nostro know-how".
Il sito è da riqualificare e rimettere in sesto.
"Sì, abbiamo già iniziato i lavori di pulizia. L’investimento per l’acquisto di terreno e strutture si aggira attorno ai cinque milioni e mezzo di euro. Ma, per le opere di ripristino dei capannoni esistenti e l’acquisto di alcuni materiali, complessivamente andremo a impiegare circa dieci milioni di euro. Recuperiamo i capannoni esistenti e in circa trecento mila metri quadri, realizzeremo un maxi parcheggio per le vetture".
A oggi può apparire una prospettiva di difficile definizione ma, secondo lei, quanto ‘varrà’ in termini di volume d’affari l’hub di Ferrara?
"La scommessa che abbiamo fatto sulla città è molto alta, perché crediamo che questo territorio abbia delle grandi potenzialità. Per cui, riteniamo che in prospettiva e a pieno regime l’hub possa generare un volume d’affari di circa venti milioni all’anno".