Ferrara, 5 febbraio 2024 – Finalmente una schiarita nella dura lotta dei dipendenti della Tecopress della provincia di Ferrara: a 72 dei 170 dipendenti, infatti, era arrivata una letta di licenziamento in tronco. E ora – con la mediazione della Regione – possono tornare a sperare nel futuro: per loro verranno infatti attivate le procedure per attivare gli ammortizzatori sociali, con lo scopo di sostenere in qualunque caso il reddito di coloro che si ritroveranno disoccupati.
L'accordo
Al termine dell'incontro in Regione a cui hanno partecipato proprietà, sindacati e lavoratori è stato siglato un verbale, attraverso il quale la Tecopress a Dosso di Sant’Agostino garantirà il ritiro di tutti i 72 licenziamenti annunciati per tutto il periodo di validità degli ammortizzatori sociali. Oltre a ciò, nel corso della riunione si è deciso di usare come rimedio la cassa integrazione, che sarà rilasciata direttamente dall'INPS per 12 mesi. Le parti si impegneranno, secondo accordo, a non prendere decisioni unilaterali e riattivare preventivamente il tavolo istituzionale per controllare lo sviluppo della situazione.
Alla stipula dell'accordo era presente anche Vincenzo Colla, assessore regionale al Lavoro: "Oggi abbiamo avuto una discussione di grande responsabilità. Questa vertenza – spiega Colla – si inserisce in quella più ampia sulla transizione green del comparto della mobilità che stiamo affrontando anche a livello nazionale. Da questo punto di vista, il caso Tecopress può essere pienamente compreso nel quadro in esame sugli investimenti per salvaguardare la filiera italiana della componentistica".
Lo stesso Colla si ritiene comunque fiducioso sulla buona riuscita dell'accordo: "Ci troviamo in una situazione molto difficile, ma non irrisolvibile. L’azienda, di grande qualità di processo, prodotto e competenza, ha più volte ribadito la volontà di proseguire l’attività produttiva rimanendo sul territorio. Ringrazio le parti, a partire dai lavoratori, per la serietà nell’affidamento che ci siamo dati, nella consapevolezza che stiamo parlando di un’area, quella della provincia ferrarese, di grande debolezza dove non ci possiamo permettere di perdere né imprese e né lavoro”.