MARIO BOVENZI
Economia

Da Berco alla Regal Rexnord, l’altolà dell’assessore Colla: “Licenziamenti inaccettabili”

“No a decisioni unilaterali, faremo di tutto per salvare i posti di lavoro”. Le accuse: “Le multinazionali non possono fare il bello e il cattivo tempo. I lavoratori non sono merce e non va fracassato un territorio con una pec”

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Un presidio dei lavoratori davanti allo stabilimento Berco di Copparo, nel Ferrarese (archivio)

Ferrara, 10 ottobre 2024 – Ex Tollok (Masi Torello), così viene ancora chiamata la Regal Rexnord, e Berco (Copparo). Due imprese, un territorio che si scopre sempre più fragile. Fragilità che si legge nella storia di una famiglia. Quella di Patrizia Trombini, due figlie di 13 e nove anni. È una dei 77 licenziati nell’azienda di Masi Torello. È sposata con Ivan Boarini, che lavora alla Berco, che nei giorni scorsi ha annunciato un piano per la sede di Copparo di 480 esuberi, 70 a Castelfranco Veneto.

Cosa sta succedendo nella provincia di Ferrara, il settore metalmeccanico continua a perdere pezzi.

“Si tratta di situazioni molto diverse”, risponde Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy della Regione.

In che senso?

“Alla Regal Rexnord sono stati decisi la chiusura e i licenziamenti per spostare l’attività in Cina e India in maniera del tutto unilaterale. E questo è inaccettabile”.

Perché?

“In Emilia-Romagna abbiamo un patto per il lavoro, che per noi è un credo. Il patto prevede di utilizzare tutti gli strumenti proprio per evitare licenziamenti e chiusure”.

Ieri mattina, durante un incontro nella sede di Confindustria a Ferrara, la multinazionale ha confermato davanti ai sindacati lo stop dell’attività. Tra 75 giorni, questa la procedura, i dipendenti saranno a casa.

“Mi sono già confrontato con i sindacati, il 15 ottobre ci sarà un incontro in Regione con l’azienda. In questa regione gli atti unilaterali sono, lo ribadisco, inaccettabili”.

La Regal Rexnord ha comunicato con una pec chiusura e licenziamenti.

“Le multinazionali non possono fare il bello e cattivo tempo. Vengono magari salutate con favore quando arrivano e rilanciano attività, salvo poi creare disastri quando se ne vanno. Non si può fracassare un territorio con una pec. Si badi bene, non abbiamo nulla contro le multinazionali. Meglio una in più che una in meno. Ma non con questa logica, i lavoratori non sono una merce”.

Diversa la questione della Berco.

“Sì, 480 esuberi in quell’area dalla grande sofferenza creano un impatto sociale inaccettabile”.

In questo caso come vi state muovendo?

“Ci sono tavoli territoriali, un confronto in atto con i sindacati. È chiaro che stiamo seguendo la situazione anche in questo caso in vista di un nostro coinvolgimento e anche del governo, con il quale c’è un ottimo rapporto. In queste situazioni ci deve essere serietà istituzionale ai massimi livelli, è in ballo il futuro, la vita delle persone. E noi metteremo in campo tutti gli strumenti, tutto ciò che potremo fare lo faremo”.