MARIO BOVENZI
Economia

Bagnini di salvataggio introvabili: quanto si guadagna nei Lidi Ferraresi

Nel primo periodo della stagione in affanno le società che garantiscono il personale. I titolari: “Costretti per alcuni giorni a salire sulla torretta per rimediare alle assenze”

Bagnini di salvataggio introvabili: i giovani non vogliono più farlo

Ferrara, 29 giugno 2023 – Ha cominciato a calcare la spiaggia con la tenuta da bagnino – sul petto l’orgoglio di un ragazzino – quando aveva nemmeno 16 anni Alex Bellotti. Il tempo è passato nella quasi perenne abbronzatura, i segni del sole e del mare sul viso. E’ alle redini, adesso ha 44 anni, della società Cus salvamento. E’ lui a fornire i bagnini agli stabilimenti balneari dei sette lidi, da Volano a Spina.

A pieno regime un esercito – da una torretta gli occhi puntati sulle onde – che conta, tra giovani e meno giovani, 80 dipendenti. Che scrutano la spiaggia per una cifra che oscilla tra 1.400 e 1.500 euro al mese. Li chiamano angeli del mare. E non è retorica se passi la parola a chi da un vortice è stato salvato proprio da quelle braccia. I tempi sono passati. Anche se proprio all’inizio della stagione – non è nostalgia – ha dovuto indossare di nuovo la divisa da bagnino perché non si trovava qualcuno pronto a salire sulla torretta.

E’ la crisi del personale, che al mare in questi mesi morde ancora di più. Mancano dai baristi ai camerieri. Mancano i bagnini, figura fondamentale. Se non ci sono loro a scrutare l’orizzonte gli stabilimenti balneari non possono aprire gli ombrelloni. Alcuni imprenditori della nostra costa hanno rischiato di non aprire i battenti. "Una situazione drammatica, soprattutto all’inizio della stagione – spiega – quando i ragazzi sono ancora a scuola e non possono cominciare a lavorare. Assenze che si vanno a sommare con la difficoltà di trovare ragazzi che vogliono fare questo lavoro. Ho dovuto rimediare io, mio fratello, la moglie di mio fratello. Siamo in possesso del brevetto tutti e tre e così fino a quando non abbiamo trovato il personale ci siamo dovuti ingegnare. Il momento più difficile fino al 15 di giugno, poi per fortuna riesci a sistemare tutte le caselle. Anche se ci sono sempre gli imprevisti".

Ragazzi magari già assunti che il primo giorno di lavoro non si presentano in spiaggia. "Il bagnino di salvataggio è una figura indispensabile, ci deve essere – ribadisce –. Così prevede la legge, è una garanzia per la sicurezza dei turisti". Bellotti è anche formatore per la Fin (Federazione italiana nuoto). E’ lui a preparare i ragazzi che fanno i corsi. Un altro paradosso. "Abbiamo portato al brevetto – spiega – oltre 35 giovani. Poi quando si passa dal corso al lavoro nascono i problemi. Solo una decina di questi decide di fare il bagnino. Non se la sentono, non piace magari stare otto ore su una torretta, sotto il sole, preferiscono andare in vacanza d’estate. Se la mamma paga. E’ cambiato il mondo, io sono andato a lavorare appena ho potuto".

Una situazione d’emergenza che ha spinto la società a correre ai ripari. "Abbiamo 22 persone a chiamata, se si crea un vuoto, se qualcuno non va a lavorare, ci rivolgiamo a loro – chiarisce –. Poi, per tamponare alle emergenze, facciamo rientrare persone con il brevetto che sono state bagnini per una vita. Hanno esperienza e professionalità". Un bello schiaffo per la ridondante Pamela Anderson e i fustoni a stelle e strisce di Baywatch. Il mito si è appannato, non fa più presa su i giovani che ora si sentono votati a fare gli influencer, più youtuber.

L’altra società che fornisce bagnini agli stabilimenti si chiama Alto Adriatiko. Ha sede in Veneto, procura parte del personale per i lidi di Estensi e Spina, soprattutto per Rosolina e Sottomarina. "Per le due località della provincia di Ferrara – spiega Francesco Corradi, responsabile del salvataggio – diamo una quarantina di bagnini. Quest’anno abbiamo incontrato un po’ meno difficoltà a reclutarli, per il Veneto invece non è stato facile".

C’è poi una figura che è diventata introvabile. Si tratta del bagnino di terra. Tradotto: chi apre e chiude gli ombrelloni. Dice ancora Bellotti: "Non lo vuole fare più nessuno, un altro mondo". Il pensiero a quando era lui a correre fra le file di lettini e turisti stesi a cuocere al sole. Le sue parole, un avviso ai naviganti. "Il mare – scandisce – non va sottovalutato, non è una piscina. Non fate troppo affidamento sulle vostre forze. Così succedono le disgrazie".

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