Ferrara, 11 dicembre 2024 – Alla fine, la doccia fredda è arrivata per Hera. L’Antitrust ha infatti elevato una sanzione da quasi due milioni di euro alla multiutility per "l’applicazione di prezzi eccessivamente gravosi nel settore del teleriscaldamento". La vicenda è nota e nei mesi scorsi, il nostro giornale ha seguito passo dopo passo tutte le iniziative che sono state portate avanti dalla Rete Civica contro i rincari legati al teleriscaldamento.
Una realtà che si era costituita proprio con l’obiettivo di far chiarezza sull’impennata che subirono le bollette a cavallo dei mesi caratterizzati dalla crisi energetica. Un grande lavoro, in questo senso, lo aveva svolto l’attuale capogruppo del Pd Massimo Buriani, in veste di direttore della cooperativa Castello. Ed è proprio dall’iniziativa di quel maxi condominio – per lo più composto di nuclei familiari con redditi medio-bassi – che si è arrivati a questo pronunciamento dell’Agcm.
Il documento è lungo e articolato ma, verso la fine, si legge chiaramente il riferimento alla "gravità dell’abuso di posizione dominante". Sono stati mesi piuttosto concitati, quelli che hanno caratterizzato il braccio di ferro tra Comune, Hera e Rete Civica. A tratti, con venature di scontro politico piuttosto marcate. D’altra parte, non poteva essere altrimenti. Con il pronunciamento dell’Antitrust, però, si aggiunge un nuovo capitolo importante.
Anche perché di fatto si tratta di una prima risposta ai diciassette esposti che sono partiti dai condomini di città e forese, realizzati anche grazie al supporto legale dello studio guidato dall’avvocato Fabio Anselmo. "Tra maggio e giugno 2023 – si legge nella nota dell’Antitrust – l’autorità aveva avviato tre procedimenti, riguardanti le reti di Ferrara (gestita da Hera) in cui buona parte del calore proviene da fonti diverse dal gas naturale (da combustione di rifiuti e da energia geotermica a Ferrara).
L’Autorità intendeva verificare se e in quale misura la società avesse trasferito sugli utenti delle reti di teleriscaldamento un onere eccessivo e ingiustificato, tra il 2021 e 2022. In particolare, si voleva capire se Hera, fosse o meno intervenuta con correttivi adeguati sulle formule per determinare il prezzo del calore, basate sul "costo evitato" del riscaldamento a gas".
Al termine dell’istruttoria, prosegue la nota di Agcm, "l’Antitrust ha ritenuto che le società (nel provvedimento è citata anche ComoCalor) hanno impedito ai consumatori di beneficiare dell’uso di fonti rinnovabili disponibili a costi contenuti per produrre un bene essenziale come il calore e hanno imposto prezzi iniqui ed eccessivi rispetto ai costi".
Molto soddisfatta della notizia la portavoce della Rete Civica, Katia Furegatti, che ora spera in "un’azione congiunta, anche da parte del Comune, per ottenere i risarcimenti per famiglie ed ente pubblico". Hera, invece, fa intendere la volontà di impugnare il provvedimento.
"L’azienda – si legge nella nota della multiutility – ritiene di avere operato correttamente e nel pieno rispetto degli impegni contrattuali assunti adottando anche ulteriori misure in collaborazione con l’amministrazione comunale tese al contenimento della spesa energetica in un contesto di mercato emergenziale. Tra queste, i due accordi integrativi del 2022 e del 2023 e i bonus sociali che, come peraltro conferma la stessa Autorità nel provvedimento, hanno garantito la riduzione delle tariffe rispetto ai meccanismi di calcolo precedenti, con un’attenzione particolare alle categorie fragili".
Fu proprio l’accodo tra Hera e Comune, che nelle intenzioni fissava un price cap al prezzo del gas a essere oggetto di diversi malumori da parte dei cittadini e della Rete Civica. Un lavoro, però, che tanto Hera quanto la giunta hanno sempre difeso. Secondo i due player coinvolti, infatti, l’addendum avrebbe fatto risparmiare circa sei milioni di euro alle famiglie. Probabilmente è anche per questo che la multiutility "studierà le motivazioni del provvedimento che si riserva di impugnare". Non è ancora finita.