Ferrara, 31 maggio 2024 – Un’inaugurazione iniziata nel solco della polemica elettorale e terminata con un lungo applauso ad Enrica Fico Antonioni, vedova del regista ferrarese Michelangelo Antonioni. Il clima con cui ci si è approcciati alla presentazione del nuovo Spazio Antonioni, tenutasi oggi, non era certo dei più distesi: la sanzione al sindaco Alan Fabbri e al Comune arrivata dall’Agcom e rilanciata dal candidato sindaco Fabio Anselmo, per non aver rispettato i requisiti di indispensabilità e impersonalità della comunicazione istituzionale in campagna elettorale, aveva messo in allarme anche il momento inaugurale dello Spazio Antonioni. Momento che, tuttavia, si è svolto senza intoppi e al quale hanno partecipato tutti i principali protagonisti di una vera impresa museale: condensare una parte fondamentale dell’Olimpo del cinema mondiale, ovvero l’opera di Michelangelo Antonioni, in un museo dinamico, che avesse piuttosto le caratteristiche di uno spazio aperto e in continua mutazione.
Di qui il nome, “Spazio” Antonioni, che ha preso vita (da oggi è visitabile) nei due piani completamente ridisegnati dell’ex Padiglione d’Arte Contemporanea (Pac) di Palazzo Massari. Il progetto, a cura di Dominique Païni già direttore della Cinémathèque Française, è stato sviluppato, su input di Vittorio Sgarbi e in sinergia con la moglie Enrica Fico Antonioni, dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte. Ospita una selezione di oggetti e documenti provenienti dal fondo che il regista stesso e sua moglie hanno affidato al Comune di Ferrara. L’allestimento è totalmente inserito nell’opera architettonica realizzata dallo studio Alvisi Kirimoto: offre un percorso intellettuale e visivo fatto di pieni e di vuoti, di spazi dedicati a preziose teche con lettere di Morandi, Fellini, Argan, Martin Scorsese, Italo Calvino; di momenti di riflessione stimolati da numerose didascalie e spiegazioni; di locandine che hanno fatto la storia del cinema, così come i film che rappresentano (L’Avventura, La notte, Blow-up, Il grido…); di dialoghi tra l’arte coeva e affine ad Antonioni (con opere di Mimì Quilici, de Pisis, Morandi ecc.) e l’arte prodotta dal regista, con le sue ‘Montagne incantante’. Lo stesso incanto (sospeso e molto ferrarese) che si legge nella mostra temporanea di immagini di Morandi e Twombly, dal titolo ‘Fuori fuoco’, curata da Andrea Bruciati e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este. È allestita al primo piano del nuovo Spazio Antonioni. Come si diceva, l’inaugurazione di questo nuovo museo estense si è tenuta ieri, sotto la moderazione del presidente della Scuola Vancini, Stefano Muroni. Importante la presenza in città del grande regista Walter Salles, del curatore Païni e (in collegamento) di Wilm Wenders, membri del comitato d’onore. Mauro Felicori, assessore regionale alla cultura, si è complimentato con la città per l’iniziativa, mentre Marco Gulinelli, assessore alla cultura di Ferrara, ha parlato di “un progetto che diventerà un elemento iconico di grande riferimento, per conservare l’opera di Antonioni e per portare il suo insegnamento ai più giovani. Il cinema trova a Ferrara il suo luogo naturale”. “Oggi sono felice, non mi sento più sola – ha detto Enrica Fico Antonioni –, perché apriamo uno spazio che è la casa di Michelangelo, che custodisce le cose più preziose per il suo cinema”. Questa storia ha preso inizio proprio da una telefonata di Enrica Fico a Vittorio Sgarbi, quand’era appena diventato presidente di Ferrara Arte: “l’allora ministro Franceschini le aveva consigliato di parlare con me – così Sgarbi – per realizzare un museo Antonioni. Mi sono preso quell’impegno, come fosse una missione, che oggi portiamo a compimento. Lo Spazio Antonioni aumenta lo spirito di Ferrara”.