Ferrara, 21 settembre 2018 - Nove giorni in un letto dell’ospedale di Cona, spalmati in due reparti, prima che il cuore di Pietro Carollo, 78 anni di Porporana, smettesse di battere. La sua morte risale alla notte tra il 9 e 10 di settembre, a poche ore da quella terribile diagnosi: West Nile. La febbre del Nilo che ad oggi, tra città e provincia, ha già fatto otto vittime. Ma per la tragedia di Carollo ora la procura vuole vederci chiaro e si tratta del primo caso legato al virus. Sul tavolo del sostituto procuratore Andrea Maggioni c’è un fascicolo per omicidio colposo che vede 11 medici iscritti tra gli indagati. Tre i reparti di appartenenza: Pronto soccorso, Medicina generale, Malattie infettive.
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I dolori. L’agonia del pensionato inizia il 24 agosto con mal di testa e difficoltà motorie. I parenti decidono di portarlo in pronto soccorso a Cona dove vi rimane tutta notte per poi essere dimesso il giorno successivo al termine di una serie di accertamenti, tra cui la tac. Nulla di particolarmente allarmante e a metà mattina ecco arrivare le dimissioni. Ma nel pomeriggio i dolori non passano e, nel tentativo di alzarsi dal letto, Carollo cade a terra. Fatica a parlare, non riesce a chiedere aiuto, saranno i parenti a trovarlo in quello stato e a chiamare l’ambulanza. Nuovo viaggio al pronto soccorso del Sant’Anna, nuovi accertamenti e alle 23 nuove dimissioni con rinvio al medico curante.
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«Aveva la febbre – spiega l’avvocato della famiglia, Mariasole Orsini –, un principio di polmonite e un declino cognitivo». Ma nemmeno questa volta le sue condizioni miglioreranno, tutt’altro. Il primo settembre è ancora a Cona, questa volta finisce direttamente ricoverato in medicina d’urgenza per poi essere trasferito in Malattie infettive. Il motivo? L’esito della rachicentesi, arrivato il 9 settembre, non lascia dubbi: West Nile. Nella notte Carollo morirà.
Il caso finisce dritto in via Mentessi, l’intera cartella clinica sequestrata e tre giorni fa ecco partire ben 11 avvisi di garanzie per tutti i medici (difesi dagli avvocati Michele Ciaccia e Marco Linguerri) che hanno avuto a che fare con il paziente, con particolare attenzione per i passaggi in pronto soccorso. Ieri mattina è stato conferito l’incarico dalla procura al medico legale Matteo Tudini chiamato già da oggi a procedere con le operazioni autoptiche.
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