FEDERICO MALAVASI
Cronaca

West Nile Ferrara, l’emergenza continua. In 7 lottano contro il virus

Stanno ancora lottando contro il killer invisibile. Sono i pazienti ricoverati al Sant’Anna con complicazioni legate a un’infezione da Febbre del Nilo

ZANZARE NEL MIRINO Operatori al lavoro per un intervento di disinfestazione in un’area verde (foto di repertorio)

Ferrara, 2 settembre 2018 - Sette persone stanno ancora lottando contro il killer invisibile. Sono i pazienti ricoverati al Sant’Anna con complicazioni legate a un’infezione da West Nile. Il virus trasmesso dalle punture delle zanzare, nonostante la stagione calda sia ormai agli sgoccioli, continua a fare paura. E a uccidere. Sono cinque finora le vittime registrate sul nostro territorio. Cinque vite spezzate dalla febbre del Nilo, ormai una piaga conclamata per le zone a cavallo del Po. L’ultima vittima risale a giovedì sera. Si tratta di una donna di 81 anni, già affetta da altre patologie. Nella giornata di ieri, almeno per quanto riguarda Ferrara, il pallottoliere del contagio è rimasto fermo. Rimangono stazionari i sette pazienti ricoverati e sempre sotto la stretta osservazione del personale del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Cona. In tutto, dall’inizio dell’anno, i ricoveri per West Nile sono stati 14. Molti meno rispetto alla confinante provincia di Rovigo, dove i casi sono una quarantina, due dei quali fatali. Finora soltanto due dei pazienti ferraresi sono stati dimessi. Gli altri continuano la loro battaglia.

Cos'è
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Una guerra che, inutile nasconderlo, potrebbe ‘arruolare’ anche altri combattenti. Così come piangere nuove vittime. Il livello di allarme, infatti, è ancora alto. E così rimarrà fino a quando la stagione sarà favorevole alla riproduzione delle zanzare, principale vettore del virus. Proprio per questa ragione, il Comune ha disposto un potenziamento delle procedure di disinfestazione. I trattamenti verranno effettuati con cadenza bisettimanale fino alla fine del mese. Questa è l’unica arma a disposizione per proteggersi. A oggi, infatti, non esiste un vaccino per l’uomo. Dunque non si può fare altro che ridurre le possibilità di contagio. Evitando cioè di essere punti.

Gli esperti ricordano come nell’80% dei casi, l’infezione decorra in maniera asintomatica. Dopo un primo contagio, l’organismo rimane completamente immunizzato e non si corre il rischio di ammalarsi nuovamente. In un 19% dei casi il virus può dare origine a sintomi simili a quelli di una normale influenza, quindi febbre, dolori e stanchezza. In una minima parte dei pazienti (soprattutto quelli molto anziani o con l’organismo già debilitato da altre patologie) possono insorgere complicazioni di natura neurologica che, in certi casi, possono risultare fatali.