
Luca Ward questa sera a Ostellato con ‘Il talento di essere tutti e nessuno’
E’ stasera alle 21 al teatro di Ostellato, l’unica data di Luca Ward nella provincia di Ferrara con lo spettacolo ‘Il talento di essere tutti e nessuno’, lui che è tra i più grandi doppiatori al mondo.
’Essere tutti e nessuno’, cosa significa per lei?
"Sono molti i ruoli che ho interpretato e sono sempre Hugh Grant, Russel Crowe o chi in quel momento interpreto. Però è una professione che non ti porta via nulla, anzi, mi dà. Con questo spettacolo offro una visione d’insieme e soprattutto faccio conoscere che dietro al doppiatore, c’è un padre, un marito, un figlio"
Che spettacolo sarà?
"Non è un monologo. E’ un incontro. La quarta parete, che non ho mai sopportato, cade e il pubblico è parte dello spettacolo, interagisce. Ogni sera le persone salgono sul palco e si dedicano alle discipline della recitazione, ma in maniera leggera, come un gioco. L’obiettivo è ridare verità a un mestiere che, troppo spesso, è visto come lontano dalla realtà. Noi attori cambiamo continuamente. Un giorno in sala doppiaggio, un giorno in teatro, un giorno su un set. Cambiare continuamente è un privilegio che non tutti hanno. Tra aneddoti, storie, esperienze personali, faccio capire meglio allo spettatore cos’è il nostro mestiere. Soprattutto ai ragazzi"
Perché?
"Perché voglio riportarli a teatro e ho tante cose da dire, soprattutto di non arrendersi mai. Io ho preso più treni in faccia che coppe. Ho avuto una vita complessa, con difficoltà, ho perso mio padre quando ero piccolo, mia madre non lavorava, e per molto tempo ho dovuto fare tanti mestieri per aiutare la famiglia e sopravvivere".
Piace essere ‘etichettato’ con i personaggi che ha doppiato come ‘Il gladiatore’?
"Mi piace molto. È un punto di arrivo che non avrei mai immaginato. Usando la voce ho avuto una popolarità che molti miei colleghi non hanno, nonostante la visibilità che dà la tv. È un orgoglio enorme. Il Gladiatore mi ha dato molta visibilità. In qualche modo, grazie a personaggi come quello, diventi quasi immortale. Un altro personaggio che mi è rimasto nel cuore, è stato doppiare il Corvo, l’attore era morto sul set".
Come ci si prepara ad interpretare il personaggio?
"E’ un settore meritocratico. O lo sai fare o sei fuori. Ora che ho doppiato oltre 900 film, arrivo in sala, e senza rete vado perché capisco com’è l’interpretazione data dal collega attore. Mi diverto ancora moltissimo".
Ha detto qualche no?
"Tantissimi. Con i no si fanno le carriere e gli errori dai quali si impara. Forse l’unica cosa di cui mi sono pentito è di essermi ritirato dal cinema molto presto, ventenne, perché non mi sentivo adeguato o abbastanza bello. Doveva andare così. Poi chissà. Nella vita, finché il cuore batte si può fare tutto".
Laura Guerra