Vongole, scarti nel canale. Assolti i tre allevatori

Comacchio: si è concluso il processo a carico di Barillari, Ferri e Fogli. Il giudice non ha rilevato il reato. La procura aveva chiesto la condanna.

Vongole, scarti nel canale. Assolti i tre allevatori

Vongole, scarti nel canale. Assolti i tre allevatori

COMACCHIO

Si è chiuso con tre assoluzioni il processo che ha visto imputati tre allevatori di vongole, accusati di avere abbandonato gusci di vongole in zone vietate. Ieri il giudice Carlotta Franceschetti ha assolto Simone Barillari (difese Giacomo Forlani e Samuele Bellotti); Stefano Ferri (difesa Mirca Ferrari) e Renato Fogli (difesa cesare Persanti). La procura, invece, in una precedente udienza aveva chiesto la condanna per i tre allevatori che erano stati accusati di aver svuotato decine di ceste di scarti della lavorazione delle vongole (il cosiddetto capulerio) nelle acque del canale centrale della Valle Fattibello. Un comportamento che, secondo le accuse, avrebbe determinato una violazione del testo unico sull’ambiente, relativamente all’abbandono di rifiuti non pericolosi. Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero Stefano Longhi aveva chiesto cinque mesi di reclusione per uno degli imputati, 57 anni, e tre mesi per gli altri due, di 56 e 53 anni. Le difese (sostenute dagli avvocati Mirca Ferrari, Cesare Persanti, Giacomo Forlani e Samuele Bellotti) avevano invece chiesto l’assoluzione sottolineando l’inoffensività dell’accaduto e il fatto che il capulerio non sia da considerarsi un rifiuto.

La vicenda. A scoprire l’illecito (punibile con una contravvenzione) furono gli agenti della polizia provinciale che, attraverso una serie di appostamenti in determinati punti della Valle, riuscirono a individuare e riprendere le condotte degli imputati. I fatti contestati si sarebbero verificati il primo e l’8 giugno del 2020. I tre, in concorso con altre persone che però sono rimaste ignote, avrebbero raggiunto il canale centrale della valle a bordo delle loro barche e avrebbero sversato in acqua il capulerio (composto da bioclasto e conchiglie morte). Si tratta di un materiale che rientra nella classe dei rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, caccia e pesca. Scoperti dalla polizia provinciale, i tre finirono sotto inchiesta. Poi il processo, le udienze in cui è stata ripercorsa la vicenda degli scarti abbandonati che avrebbero comportato, secondo la tesi accusatoria, alla violazione al testo unico sull’Ambiente, per abbandono di rifiuti non pericolosi. Ma il giudice Franceschetti non è stato dello stesso avviso. Le motivazioni della sentenza di assoluzione saranno depositate tra sessanta giorni.

cri.ru.