CRISTINA RUFINI
Cronaca

Volo fatale da una finestra di Cona, morto prima del ricovero: aperta un’inchiesta, si farà l’autopsia

La tragedia venerdì intorno alle 20.30. Il 45enne era seguito nel reparto di Psichiatria. Forse gesto volontario

Subito dopo la tragedia di venerdì pomeriggio all’ospedale di Cona sono intervenuti gli agenti delle Volanti

Subito dopo la tragedia di venerdì pomeriggio all’ospedale di Cona sono intervenuti gli agenti delle Volanti. In alto l’ingresso del pronto soccorso

Ferrara, 11 agosto2024 – Stava per essere ricoverato a Cona. Nel reparto di Psichiatria dove era seguito da un po’ di tempo. Ma qualcosa è andato storto. Mentre si trovava al Triage, in attesa, è accaduto qualcosa che lo ha spinto fino a salire al secondo piano, nel blocco ingresso 3 del nosocomio Sant’Anna, aprire una finestra e volare di sotto. Senza scampo. Inutili i soccorsi dei sanitari che ovviamente sono intervenuti in tempi strettissimi, considerando il luogo dove si è consumata la tragedia. È morto così un quarantacinquenne originario della provincia di Forlì, ma da molto tempo residente a Ferrara. Fino a ieri la ricostruzione più probabile, dopo i primi accertamenti della Polizia di Stato, è che si possa essere trattato di un gesto volontario. Ma questo non impedisce certo che vengano eseguiti altri approfondimenti per raccogliere tutti i minimi particolari gli ultimi momenti di vita del quarantacinquenne. Dal momento che si è presentato in ospedale e fino al volo fatale da un’altezza di dieci metri circa, accaduto intorno alle 20.30 di venerdì. Anche per valutare se ci possano essere, pur se senza intenzionalità, responsabilità di terze persone.

L’intervento. Sul posto oltre a sanitari e medici dell’ospedale Sant’Anna di Cona, sono intervenuti anche gli uomini della sezione Volanti della Polizia di Stato. È stato loro il compito di raccogliere le prime testimonianze dai sanitari e di quanti possano aver notato qualcosa. Tutti elementi che sono stati inclusi nell’informativa che è poi stata inviata alla procura di Ferrara, sulla scrivania del pubblico ministero Ombretta Volta, magistrato di turno al momento del fatto. Starà a lei, quindi, valutare in quali termini aprire un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. Il corpo del quarantacinquenne è stato posto sotto sequestro ed è molto probabile che nelle prossime ora il magistrato decida di disporre l’autopsia, per valutare al meglio anche le condizioni psicofisiche dell’uomo prima della caduta. Non è escluso che oltre all’esame autoptico vengano chiesti approfondimenti tossicologici. La vittima era seguita da un po’ di tempo dai servizi psichiatrici dell’azienda ospedaliera, ma mai in passato avrebbe manifestato intenzione di farla finita, nonostante un passato con qualche problema di dipendenze. La vittima lascia la compagna con la quale viveva e che al momento del fatto non era con lui in ospedale.

Il ricordo. Impossibile dopo quanto accaduto venerdì sera all’ospedale di Cona, non tornare con la mente a poco più di 2 anni fa, quando proprio dall’ospedale di Cona e dal reperto di Psichiatria era partito il giovane Leonardo Riberti, 21 anni, per essere trasferito all’ospedale Maggiore di Bologna per essere sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza dopo avere ingerito la pedina di un gioco. Era il 21 giugno del 2022. Leonardo non è più tornato vivo nella sua Ferrara: nella notte tra il 20 e il 21, poche ore dopo l’intervento chirurgico ’perfettamente riuscito’ è precipitato dal tetto della camera calda dell’ospedale felsineo. Ed è morto. In un primo momento l’episodio fu catalogato come gesto volontario, dovuto alle condizioni psichiche del giovane. Ricostruzione che non ha mai convinto la famiglia, il padre Davide, che insieme al suo legale, l’avvocato Fabio Anselmo, ha lottato fin da subito per far emergere la reale ricostruzione dei fatti e anche le eventuali responsabilità. Che al momento non sembrano esserci sulla carta o comunque non sembrano avere un nome e cognome: le posizioni delle due persone indagate per omicidio colposo, infatti, sono uscite indenni con un non luogo a procedere. Sottolineiamo che quello che ci fa accostare le due vicende è la tragicità di chi cerca aiuto per uscire da tunnel in cui la mente purtroppo ti getta e invece perde la vita. Per Leonardo è stato un incidente, maledetto e forse evitabile con maggiori accorgimenti, al di là di che cosa hanno scritto i giudici. Per il quarantacinquenne probabilmente no. Ma in questo caso le indagini sono ancora all’inizio.