Ferrara, 5 gennaio 2025 – "Una struttura delinquenziale organizzata e riconoscibile, dotata di una elevata capacità criminale". In due righe, la seconda sezione penale della corte d’Appello di Bologna sintetizza l’essenza di quella che, già per due diversi gradi di giudizio, è un’associazione a delinquere di stampo mafioso. Stiamo parlando del clan nigeriano (o cult, per usare la terminologia usata nel Paese africano) degli Arobaga Vikings, che per anni ha fatto il bello e il cattivo tempo in zona Gad, controllando il mercato della droga e intimidendo i connazionali. E a ribadirlo sono le parole dei giudici che, in quasi duecento pagine di motivazioni, hanno spiegato la scelta di confermare lo ‘zoccolo duro’ delle contestazioni al clan seppure con pene ridotte rispetto al primo grado e un paio di assoluzioni. L’aspetto principale della sentenza di secondo grado del processo che vedeva alla sbarra 16 tra presunti boss e soldati del clan Arobaga Vikings (difesi, tra gli altri, dagli avvocati Giampaolo Remondi, Laura Ferraboschi, Simona Maggiolini, Irene Costantino e Roberta Provenzano) è la conferma del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
"Era mafia". La corte d’Appello spende pagine e pagine, ripercorrendo testimonianze e intercettazioni, per motivare la propria convinzione. Secondo i giudici bolognesi, sarebbe emerso "da plurime fonti di prova" come il clan "esercitasse una forma di controllo del territorio inteso come comunità composta da soggetti nigeriani immigrati in quei luoghi, avvalendosi di metodi mafiosi e della forza di intimidazione del vincolo associativo". Tale forza, si legge nella sentenza, è riscontrata "nello stato di assoluta e totale omertà delle vittime", cioè "la comunità nigeriana di Ferrara, intimidita" dalla sola presenza del cult sul territorio. La Corte passa poi in rassegna tutti gli aspetti caratteristici di un sodalizio mafioso, riscontrandoli uno a uno nella banda alla sbarra. Dalla struttura "autonoma" e verticistica con il ruolo preponderante in Italia di Emmanuel Okenwa alias dj Boogye ("Gli associati si rivolgevano a lui con deferenza e lo contattavano per dirimere controversie insorte sui territori e conflitti con cult rivali") alle modalità di affiliazione ("Riti di iniziazione e metodi di cooptazione violenti"), passando per simboli, linguaggio in codice, riunioni e solidarietà tra affiliati.
Violenza e droga. In un passaggio centrale, i giudici confermano come la violenza, "anche con l’uso di armi, in particolare del machete", costituisse "il modus operandi dell’associazione per dirimere conflitti interni e con gruppi rivali". All’occorrenza, la violenza si consumava anche in patria, "come forma di ritorsione nei confronti di parenti di affiliati che non si conformavano al volere dei capi". Cade invece per tre imputati l’accusa di associazione dedita al narcotraffico dal momento che, secondo i giudici, i numerosi viaggi in Olanda per procacciarsi eroina e cocaina non sarebbero prova dell’esistenza di una "parallela associazione" impegnata in questo traffico, quanto l’indicatore di come lo spaccio "rientrava tra i reati fini" dell’associazione mafiosa contestata nell’accusa principale.
I boss. Le motivazioni passano poi in rassegna le posizioni dei singoli imputati, dai presunti capi fino ai soldati. Le pene, si diceva, sono state ridotte per tutti, chi per un ricalcolo tecnico, chi per "una maggiore aderenza della pena alla concreta gravità del fatto". Uno dei capitoli più corposi è ovviamente quello che riguarda dj Boogye. Okenwa, scrivono i giudici, era "un dirigente degli Arobaga Vikings". Le prove emerse ne accreditano "il ruolo apicale", manifestato "dall’essere punto di riferimento per gli associati, dall’assegnazione e rimozione degli incarichi dei dirigenti locali, dalla decisione su nuove affiliazioni mantenendo la piena operatività del sodalizio, scandendone tempi e modalità di azione". Così come apicale viene ritenuto il ruolo di Lucky Anthony Odianose e Shaka Abubakar, coordinatori dei Vikings a Ferrara e, in momenti diversi, braccio destro in città del boss-dj.