MARIO BOVENZI
Cronaca

Viaggio nel deserto di luglio: "Biliardo, carte e un po’ di riso. Porte aperte ai nostri anziani"

Pioggia di iniziative nei centri sociali contro la solitudine di una città che si scopre spopolata. La presidente del Quadrifoglio: "Almeno non stanno tutto il giorno davanti alla televisione".

Viaggio nel deserto di luglio: "Biliardo, carte e un po’ di riso. Porte aperte ai nostri anziani"

Viaggio nel deserto di luglio: "Biliardo, carte e un po’ di riso. Porte aperte ai nostri anziani"

"Quanti caffè bisogna fare per pagare tremila euro di luce al mese, 4mila euro di gas al mese? Tanti, un fiume di caffè. Non è per niente vero che le bollette sono calate, proprio per niente", Loreta Prampolini, 76 anni, una vita alle redini del centro sociale Quadrifoglio, a Pontelagoscuro. Di quelle pareti e stanze conosce ogni angolo. "E’ faticoso, siamo rimasti una ventina di volontari. A dare una mano appena una decina. Ma io non mollo, vado avanti. Siamo un punto di riferimento per questa frazione che è la mia casa, io amo Pontelagoscuro", dice.

E’ fresco in quella grande sala, ci sono gli anziani. Arrivano la mattina, si mettono a giocare a carte, fanno quattro chiacchiere sul paese che è cambiato, sulla Nazionale. "Era meglio se andavano a zappare", il commento di un giocatore buttato lì mentre sul tavolo cala un asso. Arrivano intorno alle nove, primo turno fino a mezzogiorno, poi il pranzo. E nel pomeriggio ancora lì, fedelissimi, quasi marcassero il cartellino di un’estate trascorsa al fresco, lontano dal televisore, dal deserto che c’è lì fuori, insieme con amici che conoscono dall’infanzia. Perché le cose cambiano, ma alla fine mai così tanto. "Facciamo un sacco di attività, nonostante i costi, nonostante siamo rimasti in quattro gatti", sottolinea lei, con orgoglio. Non solo per gli anziani, organizzano anche i campi solari per i bambini. "Questo centro è autogestito da noi", sottolinea con orgoglio. Proprio qualche giorno fa sono terminati i campionati di biliardo, niente stecca da queste parti. Si gioca a boccette, come una volta. La palla che scivola sul tappeto verde, per mietere il castello di birillini, sotto il cono delle lampade, che le facce ’bucano’ quando si stendono a prendere la mira. "Abbiamo le tribune, gli anziani vengono ad assistere, si passano il tempo. Del resto anche i giocatori non sono più dei giovincelli". Fanno anche il riso, a chili. "Per i ciclisti, si portano via le confezioni, nelle vaschette e poi quando fanno le tappe si mangiano il riso freddo, lo cuciniamo noi. Ormai facciamo tutto". Hanno preparato una quarantina di chili, avrebbero sfamato un battaglione. "Adesso alcuni di noi vanno in vacanza, è giusto, certo. Un po’ di mare fa bene. E così dobbiamo organizzare tutti i turni per coprire il servizio al bar, che è sempre aperto". La colazione e il pranzo per i ragazzi dei campi estivi? Ci pensano sempre loro. "Facciamo quello che si può, ci vorrebbero forze nuove. Ormai siamo rimasti solo noi, da anni", un punto di riferimento nel deserto di luglio.