FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

Via delle Volte e il Medioevo: il libro di Calura

Lo storico testo dell’avvocato riproposto dalla nipote "Scorci affascinanti ritratti dalla bravura del nonno" .

Lo storico testo dell’avvocato riproposto dalla nipote "Scorci affascinanti ritratti dalla bravura del nonno" .

Lo storico testo dell’avvocato riproposto dalla nipote "Scorci affascinanti ritratti dalla bravura del nonno" .

Durante il Covid, per ovvie ragioni, era una strada praticata da chi doveva far passeggiare il cane e cercava dieci minuti di evasione. Certo, dava sempre l’odierno senso di segretezza – stretta, serpeggiante, medievale com’è –, ma anche di vita pubblica, di nuova vita: in quei giorni, via delle Volte, popolata di cani e di neo-amanti del jogging, era così tornata al centro della città. Già l’avvocato Mario Calura, all’inizio del Novecento, aveva evidenziato la centralità urbanistica, nella storia, di questa strada. Dalla sua analisi, nacque un libro: ‘Via delle Volte: ricerche storiche su Ferrara medioevale’, uscito in prima edizione nel 1931 a cura del Comune. Oggi, lo stesso studio è stato ristampato, in una nuova edizione curata dalla nipote, Emanuela Calura, ed edita da Faust Edizioni, nella collana storiografica ‘Historiando’. Un’edizione patrocinata dal Comune e dall’associazione Ferrariae Decus, già presente in libreria. Si apre con una bella premessa della presidente di Ferriae Decus, Marialucia Menegatti, che sottolinea "il valore degli studi e dei contributi dell’avvocato Calura, pienamente inserito nel novero di appassionati cultori e custodi delle memorie cittadine".

Un valore "ampiamente apprezzato dai colleghi ferraresi, pronti a riconoscerlo come "espertissimo conoscitore della storia di Ferrara" e "amante delle belle cose ferraresi"". Tra queste "belle cose" che amava, va sottolineata soprattutto la storia medievale. "Il suo contributo fondamentale alla conoscenza e alla trasmissione, in particolare, della storia medievale della città, dei suoi monumenti, della sua struttura urbanistica, nella preziosa tessitura di vie come, appunto, il tracciato dell’antica Via delle Volte, esce ben presto dai confini ferraresi". Menegatti riporta un esempio che ben pochi conoscono: quando Calura era ancora in vita, uscì una "acuta recensione di John Shapley al libro sulla Cattedrale pubblicata nel 1938 nella prestigiosa rivista americana ‘The Art Bulletin’ che, pur rilevando qualche eccesso di zelo in alcune interpretazioni, tributava un sentito omaggio all’ammirevole studio di Calura". D’altronde, era tipico degli studiosi locali (in particolare, emiliani), a inizio Novecento: eccedere al fine di elevare la propria realtà, e la propria penna, anche più del dovuto. Ma, tornando a via delle Volte, l’ipotesi fondamentale di Calura, su cui si regge il libro, focalizza via Ripagrande come arteria principale della città e via delle volte quale strada secondaria, di supporto a essa: vi si svolgevano lavori e mansioni di quotidiana urbanità compiuti da operai residenti lì. Per tale motivo – propose Calura – nacquero gli antichi vòlti: per collegare le due strade principali che attraversavano Ferrara dal retro del Castello Estense (l’odierna Corso Isonzo) fino alla prima periferia (l’attuale Acquedotto della Montagna in viale Alfonso I d’Este). Con questo libro, l’avvocato, imprenditore agricolo, segretario di Ferrariae Decus e studioso, fece emergere "la Ferrara suggestiva e meravigliosa del passato", scrive la nipote (docente e curatrice della ristampa), in una nota scritta a mo’ di epistola al nonno. Una città "che dialoga pur sempre con la Ferrara del presente, negli scorci panoramici più belli e affascinanti che tu, caro e amatissimo nonno, hai saputo ritrarre con tanta bravura".