MARIO BOVENZI
Cronaca

Verso un autunno caldo: "Oltre 2mila lavoratori in Cassa. Ripiombati nella crisi del 2008"

L’allarme di Bondi, 57 anni, segretario provinciale Fiom Cgil: "Pochissimi segnali positivi. Il territorio è dal punto di vista occupazionale ai minimi storici, dobbiamo dare un segnale".

L’allarme di Bondi, 57 anni, segretario provinciale Fiom Cgil: "Pochissimi segnali positivi. Il territorio è dal punto di vista occupazionale ai minimi storici, dobbiamo dare un segnale".

L’allarme di Bondi, 57 anni, segretario provinciale Fiom Cgil: "Pochissimi segnali positivi. Il territorio è dal punto di vista occupazionale ai minimi storici, dobbiamo dare un segnale".

Stefano Bondi, 57 anni, è il segretario provinciale Fiom Cgil. Una vita in prima linea la sua. Entra in fabbrica alla Berco di Copparo. Era il 1994 e subito si iscrive alla Fiom. Lo scorso anno diventa segretario generale della sigla sindacale che rappresenta i metalmeccanici. Bondi ha preso il testimone di Giovanni Verla, che è andato a ricoprire un nuovo incarico nella struttura regionale della Fiom Emilia Romagna. Da Ostellato a Cento, dalle cucine che sfornava a ritmo continuo Bompani nata nel 1954, ai motori della Vm del gruppo Stellantis, motori dal 1947.

Il suo predecessore aveva dato un numero, oltre 3mila addetti persi nell’arco di dieci anni. E’ ancora così, ci sono segnali di ripresa?

"Direi proprio di no. Di situazioni positive ne abbiamo ben poche. Ad oggi l’unica azienda che vede rosa è l’Lte. Toyota continua a investire sul territorio, e lo stabilimento di Ostellato avrà una ricaduta positiva. Lte e Toyota hanno illustrato a luglio alla Regione un programma di investimenti promosso dalle due società del gruppo Toyota. Investimenti per 94 milioni di euro di cui 47 milioni a Ostellato. E la previsione nel medio termine di nuove assunzioni per 300 persone"

Poi?

"Poi? Poi non va certo bene. Tutte le aziende più importanti tra cui Berco, Bompani, Vm stanno attraversando un periodo non certo bello"

Andiamo con ordine. Berco?

"Ci accingiamo a rinnovare i contratti di solidarietà. Fino alla chiusura dell’anno si andrà avanti così"

L’automotive?

"Con Ztf sono stati sospesi i contratti di solidarietà. Per il 2024 hanno cominciato a lavorare a pieno ritmo ma per i problemi che sta vivendo proprio in questo settore la Germania bisogna vedere cosa succederà nei prossimi mesi"

Bompani?

"La situazione non è certo risolta. Stiamo aspettando di capire se andrà in concordato preventivo, stanno lavorando pochissimo. Va sottolineato che nello stabilimento hanno molta gente in cassa integrazione"

Cento, il colosso Vm

"Fa parte del gruppo Stellantis. Fino a qualche mese fa hanno mandato via alcune persone con gli incentivi. Ci dicono che dovrebbe essere venduta ma di fatto non si concretizza mai nulla. Anche questo è un punto interrogativo"

Ancora, Tecopress?

"C’è un gruppo imprenditoriale che l’ha presa in affitto per 12 mesi con l’impegno all’acquisto dopo quel periodo. Una settantina di persone hanno ripreso l’attività con la nuova società ma abbiamo ancora lavoratori in cassa integrazione. Speriamo che il gruppo di Gruppioni dia una nuova prospettiva"

La For?

"L’azienda, che si trova a Poggio Renatico, ha 300 dipendenti in cassa integrazione ordinaria"

L’ex Lamborghini?

"A fine anno l’impresa che fa parte del gruppo Ferroli cesserà l’attività, stanno andando avanti con la cassa integrazione per cessata attività"

Insomma, un orizzonte cupo

"Non è finita. Dobbiamo anche tenere conto di tutto il comparto dell’artigianato metalmeccanico. Stanno finendo gli ammortizzatori sociali, verranno mandate a casa le persone. Per le ore di cassa integrazione abbiamo davanti uno scenario come quello del 2008, quando eravamo in piena crisi. Per il lavoro il territorio si trova ai minimi storici. Abbiamo continuato a perdere occupazione, un’emorragia"

Conferma il dato del suo predecessore, 3mila posti persi in dieci anni?

"Sicuramente alcune migliaia. Basta del resto fare i conti. Da Berco dal 2014 al 2024 sono uscite mille persone. Oggi sono poco più di 1200. Vm, erano un migliaio di lavoratori. Sono rimasti 360. I dati sulla cassa integrazione nei primi mesi del 2024 in provincia di Ferrara per il settore manifatturiero (escluso l’artigianato) registrano un aumento del 132% rispetto allo stesso periodo del 2023. I lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori sociali sono più di 2680, tutti dipendenti di aziende dell’industria e medio piccola industria ai quali si aggiungono quelli delle aziende artigiane"

Come uscirne?

"Nonostante questa situazione nessuno batte un colpo. Dobbiamo accendere i riflettori, anche noi come Cgil dobbiamo ragionare su cosa fare. E gli strumenti ci sono. In regione abbiamo due accordi. Un modello emiliano romagnolo, che dovrebbe decidere investimenti e strategia. Ed anche il patto del lavoro, focus Ferrara. Eppure questi strumenti non sono mai decollati"

Sarà un autunno caldo?

"Adesso non possiamo dirlo, certo non possiamo escluderlo. Qualcosa bisognerà fare".