Nicola Scolamacchia, albergatore, ricopre il ruolo di presidente di Confesercenti. Mentre è partito il conto alla rovescia traccia un’analisi del commercio in città e nella nostra provincia. "Siamo fiduciosi", la sua premessa. Poi guarda ai mesi che sono appena trascorsi. "Il primo periodo di dicembre non è stato positivo – precisa –, il fine settimana dell’Immacolata è stato contraddistinto da un’ondata di maltempo che ha frenato un po’ tutto. Ricordo che quel fine settimana segna l’inizio delle vendite del periodo natalizio, è molto atteso dagli imprenditori". Quei giorni sono già un termometro del volume d’affari, di come andranno le vendite. Un termometro che, nelle raffiche di vento gelido e pioggia, è andato in picchiata. E la tendenza è proseguita, per giorni. "Poi il gap – riprende Scolamacchia – in qualche modo è stato recuperato. Diciamo, come del resto sottolineano numerosi commercianti, che alla fine c’è stata una patta. Un dato in pareggio per il commercio in questo periodo è comunque un risultato positivo".
La concorrenza del web, black Friday e vendite online? "Direi che bisogna stare molto attenti a quelli che si definiscono sconti civetta" Di cosa si tratta? "I consumatori vengono attirati da supersconti, prezzi stracciatissimi che vengono proposti in quelle iniziative commerciali. Siamo riusciti a mettere un freno e i risultati si vedono già" Che freno? "In questo caso dobbiamo ringraziare l’Europa. I signori del web infatti non possono essere indentificati con il paese dove c’è il punto vendita, spesso sono catene, i titolari sono in altri paesi europei. Possono quindi sfuggire a quelle che sono le regole più elementari alle base dei saldi, come l’indicazione del prezzo iniziale. Così come fai a calcolare lo sconto?" L’Europa cosa ha fatto? "Ha chiesto di indicare con il prezzo finale anche quello medio dei trenta giorni precedenti. Deve essere evidente, così il cliente vede subito a quanto ammonta il risparmio, di che percentuale si parla" E lei dice che funziona? "Direi di sì, quelle superofferte così incredibili sono quasi sparite, si vedono meno".
Mario Bovenzi