GIAN CARLO PEREGO *
Cronaca

Veglia funebre per Francesco: "Anche nella Chiesa alcuni hanno voltato le spalle al Papa"

Il messaggio dell’arcivescovo Perego durante il rito che si è svolto ieri sera in Cattedrale "La storia renderà ragione del suo operato. Fu il Pontefice delle beatitudini, unanime cordoglio".

Il messaggio dell’arcivescovo Perego durante il rito che si è svolto ieri sera in Cattedrale "La storia renderà ragione del suo operato. Fu il Pontefice delle beatitudini, unanime cordoglio".

Il messaggio dell’arcivescovo Perego durante il rito che si è svolto ieri sera in Cattedrale "La storia renderà ragione del suo operato. Fu il Pontefice delle beatitudini, unanime cordoglio".

Cari fratelli e sorelle, cari presbiteri, vogliamo accompagnare nella preghiera il cammino verso la casa del Padre di Papa Francesco... Con Papa Francesco, questa sera, come scriveva nella Bolla del Giubileo, vogliamo ripetere ‘Credo nella vita eterna’, come "professa la nostra fede e la speranza cristiana" (Bolla giubilare 19).

Il cordoglio per la morte di Papa Francesco è stato unanime, anche se è inutile negare che, anche nella nostra Chiesa, alcuni durante il suo Pontificato hanno voltato le spalle a Papa Francesco, hanno invitato a non accettare il suo Magistero e i suoi gesti; di più, hanno affermato che tradiva la fede e la Tradizione della Chiesa: l’unanime cordoglio, ma soprattutto la storia renderà ragione a Papa Francesco. “Le ricchezze non ti assicurano nulla – ci ripete Papa Francesco. Anzi, quando il cuore si sente ricco, è talmente soddisfatto di sé stesso che non ha spazio per la Parola di Dio, per amare i fratelli, né per godere delle cose più importanti della vita. Così si priva dei beni più grandi. Per questo Gesù chiama beati i poveri in spirito... ” (G.E. 68).

Beati i miti”. “È un’espressione forte - scriveva Papa Francesco -, in questo mondo che fin dall’inizio è un luogo di inimicizia, dove si litiga ovunque, dove da tutte le parti c’è odio, dove continuamente classifichiamo gli altri per le loro idee, le loro abitudini, e perfino per il loro modo di parlare e di vestire. Insomma, è il regno dell’orgoglio e della vanità... (G.E.71).

Beati quelli che sono nel pianto”. Quante volte abbiamo incontrato persone nel pianto. Anche Papa Francesco le ha incontrate. Purtroppo, – scriveva papa Francesco – "il mondo ci propone il contrario: il divertimento, il godimento, la distrazione, lo svago, e ci dice che questo è ciò che rende buona la vita... “Saper piangere con gli altri, questo è santità” (G.E.76)

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia”. “La realtà ci mostra quanto sia facile entrare nelle combriccole della corruzione – scriveva Papa Francesco –, far parte di quella politica quotidiana del “do perché mi diano”, in cui tutto è commercio...

Beati i misericordiosi”. “Gesù non dice “Beati quelli che programmano vendetta”, ma chiama beati coloro che perdonano e lo fanno "settanta volte sette" (Mt 18,22) – scriveva Papa Francesco. Occorre pensare che tutti noi siamo un esercito di perdonati. Tutti noi siamo stati guardati con compassione divina. Se ci accostiamo sinceramente al Signore e affiniamo l’udito, probabilmente sentiremo qualche volta questo rimprovero: "Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?" (Mt 18,33)” (G.E.82).

Beati i puri di cuore”. “Questa beatitudine si riferisce a chi ha un cuore semplice, puro, senza sporcizia – scriveva Papa Francesco –, perché un cuore che sa amare non lascia entrare nella propria vita alcuna cosa che minacci quell’amore...

Beati gli operatori di pace”. “Non è facile costruire questa pace evangelica che non esclude nessuno – scriveva Papa Francesco -, ma che integra anche quelli che sono un po’ strani, le persone difficili e complicate, quelli che chiedono attenzione, quelli che sono diversi, chi è molto colpito dalla vita, chi ha altri interessi... Si tratta di essere artigiani della pace, perché costruire la pace è un’arte che richiede serenità, creatività, sensibilità e destrezza” (G.E.89).

Beati i perseguitati per la giustizia”. "Le persecuzioni non sono una realtà del passato, perché anche oggi le soffriamo, sia in maniera cruenta, come tanti martiri contemporanei, sia in un modo più sottile, attraverso calunnie e falsità. Abbiamo riletto le Beatitudini che Papa Francesco non solo ha commentato, ma ha anche vissuto in prima persona. Papa Francesco è stato il Papa delle beatitudini. E voglio concludere con queste parole di Papa Francesco: "Nocivo e ideologico è anche l’errore di quanti vivono diffidando dell’impegno sociale degli altri, considerandolo qualcosa di superficiale, mondano, secolarizzato, immanentista, comunista, populista... La difesa dell’innocente che non è nato, per esempio, deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra... Ma ugualmente sacra è la vita dei poveri che sono già nati, che si dibattono nella miseria, nell’abbandono, nell’esclusione, nella tratta di persone, nell’eutanasia nascosta dei malati e degli anziani privati di cura... Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo, dove alcuni festeggiano, spendono allegramente e riducono la propria vita alle novità del consumo, mentre altri guardano solo da fuori e intanto la loro vita passa e finisce miseramente". Grazie Papa Francesco.

* Arcivescovo Ferrara-Comacchio