Vecchioni (BF) sprona Ferrara: "Creda un po’ di più in Bonifiche e ritrovi energia e motivazioni"

L’amministratore delegato ospite dei club Rotary Ferrara e Rotary Est all’hotel Astra: "Chi viene a visitare l’azienda a Jolanda resta stupito mentre qui c’è ancora qualcuno che mi dice: ’Vediamo come andrà...’".

Vecchioni (BF) sprona Ferrara: "Creda un po’ di più in Bonifiche e ritrovi energia e motivazioni"

Francesco Ruvioli (Rotary Ferrara), Federico Vecchioni e Marco Zanella (Rotary Est)

"Se Ferrara credesse un po’ di più in BF non sarebbe male e se Ferrara seguirà BF ne trarrà sicuramente dei benefici". Lo dice a mo’ di battuta, Federico Vecchioni, amministratore delegato del Gruppo Bf, leader agroindustriale italiano quotato in Borsa, ospite lunedì sera all’hotel Astra dei club Rotary Ferrara e Rotary Est. Ma ne è convinto: "In questo territorio – spiega meglio il suo pensiero –, nel quale ho dimostrato con i fatti di credere investendo, ci sono ancora alcuni amici che, guardando a noi, continuano a dire “vediamo come andrà a finire“. Tuttavia il lavoro che stiamo facendo a Jolanda, in Italia e nel mondo ci fa essere ottimisti". Ma cosa serve a questa provincia - gli ha chiesto Cristiano Bendin, capo della redazione di Ferrara de il Resto del Carlino, durante l’intervista a fine conviviale – per agganciare le realtà più vivaci dell’Emilia-Romagna, per restare nei confini della regione?

"Non sono nè un politico nè mi ritengo una persona che possa dispensare consigli – ha risposto Vecchioni – ma da uomo cresciuto nella provincia agricola italiana, in zone che hanno tante similitudini con questa, posso dire di aver creduto, e di continuare a credere, alle opportunità che questo territorio può esprimere. Me lo conferma l’impatto estremamente positivo degli ospiti in visita alla nostra azienda a Jolanda di Savoia; un impatto che ci colpisce ogni volta. Persone che vengono da tutto il mondo per vedere BF e ci dicono che questa realtà esprime grande energia. Ecco – sottolinea l’ad di BF – credo che la sfida sia proprio l’energia, che qui abbiamo un po’ perso assieme alla voglia di vincere le sfide e di misurarci con la complessità. L’Africa di oggi è come l’Italia degli anni Sessanta in termini di motivazione e voglia di fare e in quel continente, in quelle popolazioni, riscontro quell’energia energia sana che noi abbiamo un po’ perduto. Lo dico da imprenditore: Ferrara, ma non solo, si è un po’ seduta e di fronte agli eventi, anche in un contesto difficile, non lo nego, continua a dirsi: “chissà se ce la faremo“". Durante la serata - molto partecipata - Federico Vecchioni ha ripercorso le principali tappe della sua esperienza ferrarese da quando, nel 2014, alla guida di un gruppo di investitori (finanziari e industriali) rilevò da Banca d’Italia la storica Bonifiche Ferraresi, fondata nel 1870, che era ancora la più grande azienda agricola italiana per superficie agricola utilizzata. Da allora di passi ne sono stati compiti molti e oggi il Gruppo BF è una vera e propria piattaforma agritech al servizio del Paese ma anche una infrastruttura agroindustriale integrata ad alta tecnologia. Ampia la panoramica dei temi trattati, dal Campus di Jolanda di Savoia (con la Summer School per formare i giovani nell’ambito del progetto Bf educational) alla joint venture con Eni per produrre, a partire da sementi come il cartamo e la brassica, olio vegetale da conferire alle bioraffinerie per la successiva trasformazione in biocarburanti. Centrale il ’Piano Africa’, elaborato ben prima del Piano Mattei varato dal governo Meloni ma che – ha rimarcato l’ad – "dà forza ai nostri progetti di internazionalizzazione e ha la stessa visione politica": "Le macroaree geografiche cui siamo interessati – ha spiegato Vecchioni – sono Africa, Eurasia, America Latina, Middle East. In Costa d’Avorio e Kenya faremo investimenti per 120 milioni a Paese e in Algeria vareremo il più importante progetto agroindustriale italiano nella sponda sud del mediterraneo".

Quale l’approccio? "In Africa – ha risposto Vecchioni – non faremo nè colonialismo nè assistenzialismo: infatti non facciamo acquisizioni ma valorizzazione della terra e la nostra presenza è in un’ottica di collaborazione su obiettivi strategici".

re. fe.