COMACCHIO
"C’è un futuro per la vallicoltura a Comacchio?". Questa la domanda posta nel primo incontro del nuovo ciclo di conferenze "Ripartire dall’acqua per capire la città" promosso dall’associazione culturale "La città invisibile" che si è tenuto alla Manifattura dei Marinati. Primo ospite di questo secondo ciclo il professor Oliviero Mordenti, docente di acquacoltura dell’Università di Bologna con sede a Cesenatico. Proprio nell’esposizione del relatore, l’interrogativo ha trovato risposta. L’idea dell’associazione per questo ciclo, come spiegato dalla presidente dell’associazione "La città invisibile" Fiorella Shane Arveda affiancata da Federica Gentili, è infatti quella di andare oltre all’abituale versione delle valli come scenografia o elemento accessorio alla città per farle tornare invece protagoniste. Una centralità produttiva, per un’economia auto consistente e che, dunque, viene realizzata dai residenti di Comacchio e rimane ad arricchire la città stessa, senza perdersi altrove. Una provocazione forse, quella lanciata in questo incontro: "Le valli possono essere ancora produttive oggi? E se sì, attraverso quali coltivazioni o allevamenti?". La risposta del professor Mordenti è stata affermativa e si è ampliata illustrando una molteplicità di tecniche di vallicoltura che potrebbero condurre ad una nuova economia basata proprio sulla pesca in valle.
Il suggerimento lanciato dal professore è quello di andare oltre l’anguilla, per quanto sia il suo grande oggetto di studio da anni (ma che richiede ancora un significativo lavoro di ricerca), e sperimentare nuove tecniche di vallicoltura. Il consiglio, sperimentalmente provato, è quello di puntare su altre specie ittiche, che richiedono sì un cambiamento di coltivazioni, ma offrirebbero, con una semplice e diversa gestione, un risultato particolarmente redditizio in termini di occupazione e profitto. Mordenti, inoltre, ha evidenziato come la valle riesca a ben impattare ecologicamente sulla cattura dell’anidride carbonica al pari di un enorme distesa boschiva: l’utilità dunque degli specchi vallivi nel contrasto alla Co2. L’idea di puntare su specie di pesce autoctono inoltre porrebbe anche un argine alla crisi causata dal granchio blu. Lo studio e la ricerca effettuati al Dipartimento di Cesenatico potrebbero essere un traino per Comacchio, che potrebbe ospitare anche gli studenti e offrir loro l’oggetto del loro lavoro. Inoltre anche l’idea dello studio dell’acquacoltura a Comacchio è affiorata come ipotesi durante la discussione finale: quale migliore sede, se non direttamente sul campo delle valli, sia per delle scuole superiori specializzate che poi per una sede universitaria.
Valerio Franzoni