Ferrara, 7 aprile 2021 - Arrivano oggi, a Cona, le fiale di Reithera, il vaccino italiano che verrà sperimentato – su un campione di volontari – in vista del possibile (e per ora, futuribile) utilizzo sulla popolazione. E da quando l’Azienda Ospedaliera Universitaria è stata inserita tra i 26 centri italiani ammessi allo studio, è scattata la corsa. Oltre 400 richieste da parte di volontari. Prima a intasarsi, la casella di posta elettronica di Marco Libanore, primario di Malattie Infettive, principale referente (assieme a Laura Sighinolfi) della sperimentazione.
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Libanore, come si spiegano tante richieste? "Essenzialmente con l’opportunitò di essere vaccinati, anche se in realtà la ricerca verrà condotta con il metodo del ’triplo cieco’". E cioè? "Un terzo dei candidati riceverà la prima e la seconda dose di Reithera, un terzo riceverà la prima somministrazione cui seguirà solo l’iniezione di soluzione fisiologica. All’ultima parte, invece, sarà iniettata solo... acqua". Così cosa si potrà stabilire? "Fra due o tre mesi tutti i candidati saranno sottoposti al test degli anticorpi, e solo a quel punto anche noi sapremo l’efficacia reale del Reithera". Dunque un terzo dei candidati risulterà vaccinato. E gli altri? "Chi non risulterà aver sviluppato gli anticorpi, potrà vaccinarsi, senza alcuna preclusione, con gli altri sieri oggi in utilizzo". Per questo, dunque, ci sono state tante richieste? Si parla di candidati di altre regioni. "Sì, ci sono arrivate richieste anche dalle Marche e dall’Abruzzo. Oltre che per il desiderio di ottenere, in qualche modo, un vaccino, anche perché l’Azienda Ospedaliera Universitaria è di fatto l’unico centro sulla dorsale adriatica. Ma molti candidati hanno fatto domanda anche altrove, proprio confidando nella possibilità di essere scelti. Ho ricevuto personalmente la telefonata di un ragazzo che mi chiedeva se potevamo vaccinarlo entro Pasqua, altrimenti andava a Verona...". Delle quattrocento domande arrivate, potrete accettarne perà solo un decimo circa. "Ed escludendo, fra l’altro, i più giovani. Perché a Ferrara, tenendo conto della specificità demografica del territorio, è richiesto di testare gli over 65. Ne abbiamo già una discreta schiera tra i candidati, vedremo di completare il ’panel’". Dunque, al di là della fiducia nel ’Reithera’, questa viene vista come un’opportunità in più per smarcarsi dall’ansia del Covid. "E’ senz’altro così, anche se non stiamo parlando di ’cavie’ inconsapevoli. Anzi da quello che ho visto si tratta di persone che hanno maturato una certa competenza, magari anche solo navigando su Internet. Ma in questa situazione di incertezza e precarietà, questa occasione viene ritenuta preziosa". Lo è anche per l’Azienda Ospedaliera, inserita tra i centri di riferimento in questa sperimentazione. "Per noi è sicuramente motivo di orgoglio e di impegno. Dall’inizio della pandemia siamo in prima linea. Ora non solo con il ’Reithera’, ma anche con l’imminente utilizzo degli anticorpi monoclonali. Altra arma preziosa contro il Covid". Non si tratta però di un vaccino. "No, verranno dati a chi ha già sviluppato la malattia in forma lieve, e rientra nelle categorie con alti fattori di rischio. Ma non c’è dubbio che siamo consapevoli di svolgere un ruolo, in questo caso terapeutico, di assoluto rilievo".