STEFANO LOLLI
Cronaca

Vaccini, entro aprile una maxi fornitura E Cona cerca volontari per il ’Reithera’

Da giovedì l’hub della Fiera sarà attivo fino a mezzanotte. Scatta la sperimentazione per il siero made in Italy: "Servono 30-40 persone"

di Stefano Lolli

Vaccini, si spinge sull’acceleratore. Confermato l’imminente arrivo di un ingente quantitativo di dosi (entro oggi ne saranno consegnate, su scala regionale, oltre 230mila), la Fiera da giovedì allungherà l’apertura sino a mezzanotte. E’ una delle indicazioni arrivate ieri da viale Aldo Moro, da dove è partito anche lo stop (temporaneo) alle somministrazioni al personale dell’Università. La priorità, su imput del presidente Bonaccini e dell’assessore regionale alla Sanità Donini, va assegnata ai più anziani e alle persone ’vulnerabili’; per quanto riguarda la fascia 75-79 anni, a Ferrara hanno già prenotato la vaccinazione oltre 12mila persone, mentre gli over 80 sono già tutti in calendario entro aprile (l’11 dovrebbe addirittura concludersi anche la fase dei richiami). La nostra provincia, proprio nella fascia degli anziani, è in netto vantaggio sul resto della regione; malgrado ciò i dipendenti dell’ateneo dovranno star fermi un turno, in attesa della consegna di nuove dosi di AstraZeneca (in programma già questa settimana). Si tratta indicativamente di 600 persone, mentre quelle che hanno ricevuto la prima dose sono 800. In base alle disposizioni della Regione, ora gli universitari saranno messi in coda rispetto alle altre categorie più fragili a carico delle Ausl, e le somministrazioni riprenderanno non appena sarà stata completata l’immunizzazione dei soggetti prioritari.

Come detto poi si prepara l’estensione dell’orario di apertura della Fiera; già da dopodomani l’orario del cosiddetto ’hub’ verrà prolungato a mezzanotte. Mentre è allo studio la possibilità di allestire unità mobili per servire i punti più decentrati del territorio.

Intanto anche l’Azienda Ospedaliera entra nella rete dei 26 centri in cui verrà sperimentato il vaccino Reithera, ’made in Italy’. Lo studio sarà condotto, oltre che a Parma e Piacenza, da Marco Libanore (direttore Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliero-universitaria). Possono partecipare alla sperimentazione clinica volontari – in buona salute o con una patologia cronica pregressa stabile –, maschi e femmine, di età maggiore di 18 anni. L’Azienda Ospedaliera ’arruolerà’ tra i 30 e i 40 pazienti. Non possono partecipare persone che hanno contratto il Covid confermato da test molecolare, individui affetti da malattie gravi, donne in stato di gravidanza o in allattamento, persone che hanno donato più di 450 ml di sangue nei 3 mesi precedenti e chi ha ricevuto un qualunque altro vaccino, ad eccezione di quello influenzale, nei 30 giorni precedenti. La partecipazione al progetto durerà circa 2 anni; ai partecipanti sarà richiesto di presentarsi almeno 7 volte durante questo periodo. La sperimentazione è divisa in tre ’bracci ciechi’: ciò significa che i volontari non sanno cosa verrà loro somministrato. A un terzo di loro sarà inoculato il vaccino in due dosi (come avviene con Pfizer), a un altro terzo il vaccino in un’unica somministrazione (più una dose placebo per la seconda somministrazione) e a un terzo ancora solo il placebo.

"Ferrara si candida tra i centri all’avanguardia nella strategia vaccinale per il Covid – sottolinea Libanore –. Abbiamo ricevuto infatti, dopo la visita di certificazione, il placet per l’arruolamento di pazienti alla sperimentazione con il vaccino tutto italiano. È con particolare orgoglio che comunico, a nome di tutto lo staff coinvolto in questo prestigioso progetto, che i cittadini avranno a disposizione una nuova e importante arma preventiva nei confronti del Covid".